L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) afferma che molto spesso l’avviso di giacenza del plico raccomandato verrebbe spesso depositato nella cassetta postale del destinatario dell’invio senza previo accertamento della presenza o meno del medesimo al proprio domicilio.

Così nella riunione del 19 novembre 2019, l’Autorità ha deliberato di avviare un procedimento istruttorio nei confronti della società Poste Italiane S.p.A. “per accertare una presunta pratica commerciale scorretta, posta in essere nell’ambito del servizio di recapito della corrispondenza e, in particolare delle raccomandate, in possibile violazione degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del Consumo”, si legge nel comunicato dell’AGCM.




Questa L’ipotesi: “Il cliente/mittente che decida di rivolgersi a Poste per inviare una raccomandata potrebbe essere ingannevolmente indotto ad acquistare un servizio pubblicizzato da claim che ne enfatizzano determinate caratteristiche che, nella sua concreta erogazione non vengono, poi, rispettate. Si assume, del resto, quanto al tentativo di recapito della corrispondenza, che l’avviso di giacenza del plico raccomandato verrebbe spesso depositato nella cassetta postale del destinatario dell’invio senza previo accertamento della presenza o meno del medesimo al proprio domicilio”, spiega AGCM.

Una pratica che potrebbe essere considerata scorretta e che costringe quindi “il destinatario che voglia entrare in possesso del plico ad esperire procedure alternative previste da Poste, con uno slittamento dei tempi di consegna ed un dispendio di tempo ed energie che non sarebbe necessario qualora il tentativo di consegna venisse realmente effettuato. Poste, inoltre, avrebbe veicolato messaggi ingannevoli riguardo al servizio di Ritiro digitale, vale a dire la versione evoluta della consegna fisica, delle raccomandate, con riferimento alle relative condizioni economiche e di utilizzo”, spiega AGCM.

Nella giornata di oggi, i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi della società interessata, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.