
Peppe Scifo confermato segretario generale della CGIL di Ragusa
- 24 Ottobre 2018 - 8:17
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Peppe Scifo è stato rieletto segretario generale della CGIL di Ragusa. L’elezione alla fine del congresso tenutosi in una due giorni ricca di dibattito e di temi che chiamano il più forte sindacato della provincia a nuove e più impegnative responsabilità.
Il riconfermato segretario generale è stato votato dalla nuova assemblea (il parlamentino della CGIL di Ragusa) composta da settantanove componenti di cui sessantasei membri il direttivo e tredici quelli dell’assemblea generale.
Presentati due ordini del giorno: sulla contrattazione dei lavori in appalto e sull’immigrazione.
La giornata finale del congresso provinciale della CGIL ha registrato un nutrito e ricco dibattito. Venticinque interventi che hanno toccato le grandi questioni che rimangono aperte nell’ampio scenario dello sviluppo del territorio provinciale: infrastrutture, sanità, servizi, percorsi formativi, pubblica amministrazione, rapporti con gli enti, condizionamento dell’economia dalla mafia, problematiche sui migranti, trasporti, riconoscimento dei diritti e rafforzamento delle tutele in tutte le attività della produzione.
Saverio Piccione, segretario regionale della CGIL, ha puntato le attenzioni su un sistema in voga, quello del superamento della democrazia rappresentativa di questo governo a favore di una democrazia 4.0; questo per la CGIL non va bene. Deludente poi il giudizio nei confronti del governo regionale. La pubblica opinione valuta quello di Musumeci un esecutivo come quello di tutti gli altri in quanto il confronto con le parti sociali è irrilevante e senza significati. Ma c’è, secondo Piccione una risposta a tutto questo e si chiama mobilitazione.
Una mobilitazione che parte dal basso, dai territori ed è l’unica via che pone al centro la questione del lavoro che non c’è. C’è poi un altro tema che non è marginale. Quello dei rapporti tra Stato e Regione Sicilia laddove una classe dirigente non riesce ad imporsi in tema di finanziamenti malgrado la Sicilia, come il resto del Paese versa alle casse dello stato risorse con le tasse che vengono imposte. Ma non è neanche normale che tutte le entrate servano a coprire i costi delle spese correnti e molto poco per gli investimenti.