Martedì  sera il Consiglio Comunale, su richiesta delle opposizioni , era chiamato a discutere sulle gravissima questione di stabilità finanziaria posta dalla Corte dei Conti, e sui provvedimenti da adottare per arrestare il cammino, che oggi appare incontrastato, verso la dichiarazione di dissesto.

Con grande sbigottimento dei consiglieri presenti si è assistito alla incredibile, ingiustificabile assenza della Giunta, o di quel che ne resta dato che, tra dimissioni e supplenze al nord, essa risulta dimezzata da mesi ed incapace di ricostituirsi. L’Amministrazione quindi non ha ritenuto il Consiglio Comunale meritevole della presenza di almeno uno fra i suoi superstiti, presenza necessaria per regolamento. Forse si tratta di un disinteresse dettato dalla pochezza dell’ argomento: che volete che sia il dissesto? In fondo in una Città in ginocchio, come è già la nostra Scicli, il dissesto rappresenta solo la trasformazione delle immani difficoltà di tante famiglie ed imprese in un disastro irrecuperabile!

E siccome al peggio non c’è fondo, si è poi dovuto assistere alla inedita farsa di un Presidente del Consiglio che, con le consuete disinvoltura e sprezzo delle regole ma con inusitata e sospetta puntualità, ha aperto il Consiglio senza la dovuta presenza dell’Amministrazione e lo ha immediatamente richiuso per mancanza di numero legale: seguendo gli stessi criteri nel 2012 non si sarebbe potuta celebrare nemmeno una sola seduta di Consiglio!

Una Amministrazione che, su questioni della massima importanza, in quanto attinenti al destino stesso del Comune, dei suoi lavoratori e della intera Città,  non trova nulla di meglio che nascondersi,  mette in atto un gravissimo episodio di disprezzo delle regole di democrazia, di civiltà, oltre che di buon senso.

Ma in questo momento il problema più grave non è nemmeno quello della cultura democratica del Sindaco e della sua maggioranza, il vero dramma è l’ennesima tragica rivelazione, nel caso ve ne fosse stato ancora bisogno,  del vuoto pneumatico di cui l’azione amministrativa si caratterizza e si sostanzia.

Persino ora che il conto alla rovescia verso il giudizio della Corte dei Conti è quasi giunto al termine, al massimo consesso cittadino non è dato sapere cosa l’Amministrazione intenda fare per evitare il dissesto . Ma la sensazione palpabile non è che ci vengano nascosti  i contenuti ma piuttosto che di contenuti non ce ne siano proprio!

In quasi sei mesi  l’opposizione da noi rappresentata,  su questi temi,  si è ripetuta con tutti i mezzi e fino alla nausea in inviti ad agire e consigli operativi ad una Amministrazione abulica, sprovvista di idee chiave e incapace di tracciare una rotta, una qualsiasi, magari sbagliata, ma almeno sintomatica della esistenza di un orientamento alla decisa inversione di rotta auspicata dalla Corte dei Conti e dal Collegio dei revisori. La Giunta e la maggioranza, nello stesso periodo, fra una rissa interna e l’altra, fra una cantonata e una svista, fra un assessore ed un revisore dimessi, che hanno prodotto? Hanno prodotto, quasi fuori tempo massimo, il serial ad episodi di un bilancio che solo alla seconda puntata ha potuto ricevere dai revisori un visto quasi di mera congruenza matematica, ma non certo lo scioglimento delle gravissime riserve di merito! Che solo alla terza puntata  ha potuto ricevere il voto della maggioranza, ma non certo coeso, non certo di tutta! Ha prodotto un bilancio che, forse da solo e senza necessità di ulteriori considerazioni, potrebbe produrre la nostra bocciatura in sede di esame da parte della Corte!

La misura è colma! Al Sindaco, che dopo questi imbarazzanti trascorsi, ci fa pubbliche ramanzine sul senso di responsabilità, chiediamo se la squallida pagina di vita amministrativa scritta martedì sera da Lui, dal binomio assessoriale residuo, dalla sua maggioranza sul’orlo di una crisi di nervi, costituisca l’idea di “senso di responsabilità” cui vorrebbe richiamarci. Se questo è il “senso di responsabilità” tipico della maggioranza e della Amministrazione in carica, e non abbiamo dubbi in merito, noi oggi temiamo, Signor Sindaco, che nelle forze che malinconicamente la sostengono, tra coloro il cui senso di responsabilità Lei ha pubblicamente elogiato, serpeggi  da tempo l’idea che, anziché assumere l’ingrato, ma doveroso, compito di risanare il disastro economico, in gran parte da essi stessi prodotto, sia assai più comodo scaricare la colpa del salatissimo conto da presentare alla Città su altri.

Ma la furbata di lasciare il lavoro sporco al commissario del dissesto, cercando di far dimenticare agli Sciclitani, la paternità dell’immenso danno cagionato a tutta la Città, sarà l’ultima di una serie di bugie dalle gambe cortissime. Per parte nostra non perderemo più una sola occasione per spiegare agli Sciclitani che la conseguenza ultima del vostro “senso di responsabilità” sarà stato il fallimento ed il regime di lacrime e sangue che ne seguirà!

I gruppi consiliari di PARTITO DEMOCRATICO e SCICLI BENE COMUNE (IDV)