Ancora tanto sgomento a Licata per quanto accaduto ieri mattina: cinque morti, quattro le persone uccise da Angelo Tardino e lo stesso assassino, che poi si è suicidato sparandosi alla testa. Angelo Tardino ha sparato al fratello Diego Tardino di 44 anni, prima a distanza e poi da vicino. Dopo avere sparato al fratello, Angelo Tardino è entrato a casa e ha ucciso la cognata e poi Alessia (nella foto) e Vincenzo. Il piccolo è stato trovato sotto le coperte. Iniziano oggi all’obitorio dell’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento, le autopsie sulle vittime.

Secondo una prima ricostruzione sembra, dunque, che ieri mattina non ci sia stata una lite ma che Angelo Tardino sia arrivato, proprio con l’intenzione di uccidere il fratello e la sua famiglia.

L’omicida/suicida deteneva solo due pistole. Gli investigatori hanno scoperto infatti che l’assassino tempo fa aveva ceduto un fucile da caccia e un’altra pistola. Quindi non erano in suo possesso 4 armi, ma solo due. E ieri mattina, andando dal fratello, si è portato entrambe le pistole: sedici colpi, tutti quelli in canna, per uccidere il fratello e la cognata e i nipoti, Alessia di 15 anni e Vincenzo di 11 anni. Poi dopo aver avvisato la moglie di quanto aveva fatto si è suicidato.




Stamattina tanta tristezza e tante lacrime tra i compagni di classe di Alessia Tardino, che frequentava la seconda B del Liceo Linares di Licata. «I ragazzi in maniera matura e responsabile sono venuti tutti per onorare la loro compagna e abbiamo subito organizzato una attività di tipo liberatorio», ha spiega all’Adnkronos la professoressa Floriana Costanzo.

La docente ha disegnato sulla lavagna una goccia circondata da onde di mare. «Ho detto che come i confini della singola goccia si dissolvono nel mare – dice la professoressa -così anche Alessia pur non presente con noi nella sua forma fisica, rimane comunque con noi, trasformandosi in qualcosa di diverso. E ho detto che quel qualcosa di altro lo dobbiamo fare sentire ad Alessia».

È stato difficile per la docente parlare con i ragazzi. Ciascuno di loro ha scritto una parola in cui hanno scritto cosa rappresentava Alessia per ognuno di loro. «È stato un momento bellissimo – dice ancora la docente – adesso i ragazzi stanno incollando delle foto che li ritraggono insieme con Alessia». Anche belle altre classi viene ricordata Alessia Tardino. «Anche con un’attività manuale – dice – alcuni hanno scritto brevi poesie riflessioni, il tutto verrà organizzato in un ricordo che l’istituto dedicherà ad Alessia nei prossimi giorni».

L’insegnante l’aveva premiata di recente con un otto e mezzo.  Viene la pelle d’oca alla professoressa Costanzo che, a poche ore dalla mattanza, stringe al petto l’ultimo tema della giovane alunna. “Alessia è, e dico è perché faccio fatica a pensare al passato, una ragazza seria, pulita, i cui occhi sorridevano. Dai suoi occhi traspariva il suo desiderio di apprendere e di vivere. Oggi, cercando di parlare con i suoi compagni – continua la professoressa -,ho saputo che la sua amica del cuore diceva che Alessia aveva detto che c’erano screzi tra il papà e lo zio”.

Vincenzo Tardino, 11 anni, avrebbe provato a pararsi dai proiettili nascondendosi sotto il letto. “Era un bambino allegro, generoso, pieno di voglia di vivere” racconta l’insegnante Tiziana Alesci.  Vincenzo frequentava la seconda media dell’istituto comprensivo Marconi, classe II D. Qualche settimana fa, aveva partecipato e vinto una gara di narrativa con una storia fantasy incentrata sul tema dell’amicizia. “Il premio arriverà con la pubblicazione delle storie, un libro della casa editrice Salani. E se c’è la II D è anche merito di Vincenzo”, spiega un’altra insegnante del piccolo alunno, la professoressa di italiano Maria Burgio.