Il prefetto di Palermo ha assegnato una scorta al deputato regionale Ismaele La Vardera, dopo settimane di tensioni e minacce legate alle sue denunce sulle infiltrazioni mafiose a Mondello.

La decisione è arrivata dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Massimo Mariani, dopo una valutazione dei rischi legati alle sue più recenti denunce sulle infiltrazioni mafiose attorno alla spiaggia di Mondello.

Da settimane infatti, La Vardera porta avanti una battaglia pubblica contro un sistema di interessi che sembra intrecciare affari, politica e criminalità organizzata nella gestione del litorale palermitano; una battaglia che ha rilanciato anche nel programma Lo Stato delle Cose, condotto da Massimo Giletti, dove ha denunciato pubblicamente le connivenze e le pressioni che ostacolano una gestione trasparente degli spazi pubblici.

Già a luglio scorso, insieme a Matteo Hallissey, presidente di +Europa, aveva realizzato un blitz contro i tornelli installati in uno dei lidi gestiti dalla società Italo Belga. Lì era stato affrontato in modo aggressivo da un dipendente poi identificato da Repubblica come Raffaele Bocchini, detto “Rosarietto”, nipote del boss di Resuttana Salvo Genova, che in alcune occasioni gli avrebbe persino fatto da autista. Quel duro confronto ha alimentato un clima di crescente tensione, segnando una nuova fase di pressioni e intimidazioni. Per questo motivo, il prefetto ha disposto l’assegnazione della scorta a La Vardera, garantendogli protezione e tutela su tutto il territorio nazionale. La notizia è stata comunicata a La Vardera direttamente dalla prefettura, come da prassi, ma, il deputato denuncia di non aver ancora ricevuto alcuna telefonata di vicinanza o sostegno dal presidente della Regione, nonostante quest’ultimo abbia spesso rivendicato i risultati della sua battaglia contro l’illegalità.

“Amici non avrei mai immaginato che a 32 anni sarei finito sotto scorta per il solo fatto che  sto svolgendo il mio ruolo da deputato, ma questo purtroppo è.” Lo scrive sui suoi profili social, La Vardera.

“Ieri  il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica composto dai vertici delle forze dell’ordine, ha disposto una scorta che seguirà di fatto la mia vita su tutto il territorio nazionale, lo so, è complicato immaginare una quotidianità così. Faccio fatica a mettere in fila i pensieri, ne prendo atto. Ammetto che mentalmente non è facile. Mi spiace solo per il pensiero e le preoccupazioni che sto dando ai miei cari.

Questo non farà venire meno la mia voglia di continuare a svolgere il mio lavoro senza arretrare di un solo millimetro. lo devo nel rispetto del mandato che mi avete affidato. So che mi starete vicini, ora più che mai.”

La Vardera è oggi l’unico deputato dell’Assemblea regionale siciliana ad avere una scorta per ragioni legate al suo mandato politico. Una realtà che dimostra come denunciare significhi ancora sfidare poteri radicati e mettere a rischio anche la propria libertà, perché la legalità resta un campo di battaglia che richiede purtroppo ancora coraggio, non solo impegno politico.