All’esito delle sei condanne relative dell’operazione ‘Survivors’ della Direzione distrettuale antimafia etnea, Giovannni Moscato, già primo cittadino di Vittoria, ha commentato l’esito giudiziario della vicenda.

In particolare le condanne, per 416 bis, hanno riguardato estorsioni, recuperi di crediti e intestazioni fittizie di beni e tra i condannati vi è anche Francesco Battaglia, denunciato nel febbraio del 2017 da Moscato per le pesanti minacce ricevute e per le quali è in corso un procedimento penale in cui l’ex Sindaco è costituito parte civile.

“Le condanne – spiega Moscato – non fanno altro che evidenziare, in tutta la sua grandezza, il paradosso di uno scioglimento e di una relazione prefettizia che non ha tenuto minimamente conto di tutta l’attività antimafia svolta dalla mia amministrazione in soli 24 mesi. Un vero e proprio paradosso alla luce della condanna per associazione mafiosa a dieci anni per Battaglia, un soggetto da cui ho ricevuto pesanti minacce a seguito di un mio intervento su Radio 1, in diretta nazionale, relativo alla presenza di mafiosi a Vittoria e delle agromafie. Minacce da me regolarmente denunciate per le quali è imputato in altro processo in cui sono costituito parte civile, una delle tante minacce per le quali è stata attivata la vigilanza dinamica nei miei confronti da parte delle forze dell’ordine”.




“Per me questo è stato il senso di fare antimafia: con i fatti e non con le parole, con le azioni e non con le conferenze, con le costituzioni in giudizio contro i mafiosi, con il diniego a speculazioni immobiliari a pregiudicati per mafia, con provvedimenti inibitori nei confronti di società colpite da interdittiva antimafia da me richieste.

Eppure nonostante ciò il Comune di Vittoria è stato sciolto e la relazione prefettizia non fa neanche un minimo cenno ad una delle tante attività per la legalità che abbiamo portato avanti. Non una parola sulle minacce che ho ricevuto, non una parola sulle denunce presentate, sui controlli effettuati, sulle speculazioni bloccate. Per quale motivo? Perché questa dolosa omissione?”.

“Questa condanna testimonia chiaramente chi stava dalla parte della legalità e chi ha avuto il coraggio di fare precise scelte di campo. Scelte che non si sono volute né vedere né segnalare. Capiremo presto a chi ha fatto comodo questa incredibile e intenzionale cecità”.




L’operazione ‘Survivors’ della Direzione distrettuale antimafia di Catania condotta con Polizia, Squadra Mobile e Carabinieri, piu’ volte citate anche nella relazione prefettizia ha avuto infatti, come conseguenza, lo scioglimento del Comune di Vittoria per mafia. In otto sono stati ammessi al rito abbreviato richiesto. Ad Enzo Giliberto, Giovanni Savio, Pietro Alessandrello, Emanuele Galofaro, Francesco Battaglia, Marco Papa e a Giovanni Cirmi (divenuto poi collaboratore di giustizia) era contestata l’associazione mafiosa, il 416 bis, riferibile al clan ‘stiddaro’ dei Carbonaro/Dominante, che si sarebbe imposta a Vittoria tramite il gruppo che secondo gli inquirenti era riferibile alla famiglia Ventura. Un’associazione armata che avrebbe avuto come finalita’ estorsioni, recupero crediti e controllo delle attivita’ economiche anche attraverso l’intestazione fittizia dei beni. A Elvis Ventura invece, gia’ condannato per 416 bis era contestata una tentata estorsione.

Queste le condanne: Pietro Alessandrello e’ stato condannato a 13 anni e 4 mesi; Francesco Battaglia 10 anni; Emanuele Galofaro, 16 anni; Marco Papa, 13 anni e 4 mesi; Giovanni Savio 11 anni e 4 mesi; Giovanni Cirmi, 8 anni.

Sono stati invece assolti Enzo Giliberto e Angelo Ventura.

Altri 16 imputati sono a processo con rito ordinario, presso il Tribunale collegiale penale di Ragusa;  la prima udienza e’ stata celebrata lo scorso 27 novembre.