Il Gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha convalidato l’arresto, e disposto la custodia cautelare in carcere, di Gaetano Rampello, 57 anni, il poliziotto in servizio a Catania che ha ucciso a colpi di arma da fuoco il figlio Vincenzo Gabriele, in piazza a Raffadali di 24 anni.

Come vi abbiamo raccontato in questo articolo, Gaetano Rampello aveva dichiarato: “Non è vero che ho portato con me la pistola per ucciderlo, la tengo sempre con me per abitudine e per esigenze operative e di custodia”.

“L’omicidio non è stato premeditato”, avrebbe detto durante l’interrogatorio il 57enne.




Il difensore, l’avvocato Daniela Posante, ha chiesto e ottenuto dal giudice di fare sentire in aula, durante l’interrogatorio di convalida che si è celebrato da remoto col carcere, i messaggi vocali whatsapp in cui si sente Vincenzo Gabriele insultare e minacciare di morte il padre dal quale pretendeva, sempre soldi. “Dammi i soldi perché altrimenti ti ammazzo e se ti permetti di girare questo messaggio o denunciarmi ti ammazzo, ti taglio la testa”, questo il contenuto dei messaggi vocali inviati dal giovane al padre.

Il ragazzo, che soffriva di problemi psichici, quella mattina in piazza gli ha sfilato il portafogli prendendogli altri 15 euro. Il padre, a quel punto, ha estratto l’arma e ha sparato colpendolo a capo, addome e torace.

La Posante aveva chiesto l’applicazione dei domiciliari con il braccialetto elettronico.

Per il Gip però non è credibile la tesi di un gesto d’impeto e non premeditato. Da un video si vedrebbe infatti l’omicidio, l’arma già scarrellata estratta dal poliziotto che spara al figlio alle spalle e continua quando il giovane era a terra.

Secondo il giudice, inoltre, Gaetano Rampello “avrebbe potuto fargli una ricarica postepay, anziché presentarsi all’appuntamento per dargli i soldi richiesti visto che, peraltro, aveva un impegno legato all’affitto di un immobile. Dal video, inoltre, «non si vedono azioni particolarmente violente commesse dal figlio».”