Veronica Panarello
Veronica Panarello

Lucida e serena, a tratti commossa ma decisa si è comunque mostrata Veronica Panarello quando ha parlato di Andrea Stival, il suocero – amante, accusandolo di avere strangolato con un cavo usb, Loris Stival, il 29 novembre 2014.  Ucciso perché voleva dire al padre di avere visto mamma Veronica in atteggiamenti intimi con il nonno, Andrea. Ucciso per la vergogna che avrebbe potuto scatenare in famiglia una simile rivelazione.

La donna ha spiegato di essere rimasta stupita all’inizio quando ha capito delle attenzioni del suocero ma poi ha ceduto alle avances. La loro storia  è iniziata qualche mese prima del delitto.

Veronica Panarello ha confermato davanti al pm, Marco Rota, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, la stessa versione fornita alla psicologa il 25 gennaio. Come aveva anticipato già ieri il legale della difesa, Francesco Villardita, la Panarello ha descritto movente, complice e dinamica del fatto, e anche l’arma del delitto. “Per la prima volta si parla di omicidio e non di incidente e c’è una chiamata in correità in questa misteriosissima vicenda”, così Villardita. Ed è così che l’imputata si è definita testimone oculare della tragica fine di suo figlio. Lei ha detto di avere assistito pietrificata e impotente alla morte di Loris.

L’interrogatorio ieri è iniziato verso le 11.

Nella stanza c’erano oltre al pm, Rota,  e al difensore della Panarello, Francesco Villardita, il dirigente della Squadra Mobile, Nino Ciavola, il comandante del Nucleo Investigativo, il cap. Domenico Spadaro.

Andrea Stival
Andrea Stival

Veronica Panarello ha riferito di avere avuto già la mattina discussioni con il figlio più grande, Lorys, perché continuava a chiedere del padre. Era una minaccia il piccolo, aveva intenzione di raccontare a Davide Stival della relazione amorosa tra la sua mamma e il nonno paterno. Veronica era preoccupata. Ha lasciato Loris a casa, il figlio più piccolo alla ludoteca e sulla strada di ritorno verso l’abitazione, ha incontrato il suocero, Andrea Stival, casualmente. Lui è salito sul sedile posteriore perché dovevano andare insieme a convincere Loris di non riferire nulla della loro relazione. Stival è salito dietro perché –  come ha spiegato la Panarello – lo sportello anteriore, lato passeggero non si apriva. Non avendo le chiavi di casa del portone principale, ha parcheggiato l’auto nel garage. Il suocero è salito qualche minuto prima di lei che invece ha perso più tempo per parcheggiare l’auto. Una volta salita in casa, ha trovato il figlio e il suocero discutere e la tv accesa. Loris era spaventato e irrequieto. E’ stata lei a prendere le fascette e legargliele ai polsi per farlo stare calmo. Poi è andata in camera da letto a parlare al telefono con il marito. Una comunicazione veloce per non far capire nulla a Davide.  Tornata in salone, la discussione con il bambino è degenerata. Il nonno ha preso un cavetto usb e lo ha strangolato. Lei guardava pietrificata, voleva chiamare l’ambulanza ma il suocero l’ha minacciata. Non le è rimasto altro che collaborare per occultare il cadavere. Lui ha preso il corpo di Loris, lei non poteva da sola perché era troppo pesante, si è giustificata, l’hanno caricato in auto, lui l’ha gettato mentre lei attendeva in macchina. Poi Stival si è seduto sul lato guida ed è sceso poco dopo, tornandosene a casa a piedi.

Questa la versione della Panarello che ha anche aggiunto di essere tornata nella sua abitazione per non lasciare tracce del delitto e ripulire il pavimento perché Loris aveva fatto la pipì dopo essere stato strangolato. Ha lanciato per strada dal finestrino le fascette, ha buttato le mutandine in un cassonetto e ha abbandonato lo zaino in un campo, vicino al luogo del ritrovamento del cadavere. Per gli investigatori, il nonno di Loris non è mai salito né in macchina né in casa con la Panarello e che l’azione omicidi aria e l’occultamento sono imputabili solo a lei. La procura non ha ancora disposto l’interrogatorio di Andrea Stival, chiamato in correità.

Gli atti processuali escludono ogni tipo di responsabilità di Andrea Stival sul delitto del nipote. La sua posizione è stata vagliata scrupolosamente. Anche sul movente ci sono dubbi: perché da intercettazioni e verifica dei cellulari, dei tabulati telefonici, dei social network e di whatsapp non è mai emerso nessuna comunicazione sospetta tra nuora e suocero. Semmai Loris avesse visto qualcosa perché arrivare ad ucciderlo, invece di giustificare un’eventuale rivelazione di questo tipo come frutto della fantasia di un bambino di 8 anni.  C’è qualcosa che ancora la Panarello deve ricordare?  La frequentazione costante di Andrea Stival in casa della nuora  non è mai stata un mistero. Anche i vicini di casa lo hanno confermato agli inquirenti, tant’è che avevano pensato che fosse lui il marito e non il suocero. Il rapporto tra la Panarello e Andrea Stival si era incancrenito prima del fermo della donna che arrivò a lanciargli una bottiglia d’acqua addosso mentre erano riuniti in casa Panarello–Stival e il nonno di Loris aveva detto che l’omicida poteva essere anche uno di loro. Nessuna preoccupazione è emersa all’indomani dell’interrogatorio fiume della Panarello che è tornata a muovere le accuse al suocero, ha confermato il legale di Andrea Stival, Francesco Biazzo.

Viviana Sammito