E’ morto Diego Armando Maradona. Aveva 60 anni. Il fuoriclasse argentino è morto a seguito di un arresto cardiorespiratorio mentre si trovava nella casa di Tigres, dove si trovava dopo essere stato dimesso dalla clinica dove aveva subito un intervento al cervello.

Nulla hanno potuto fare i soccorsi giunti sul posto.

Napoli è sotto shock. La notizia, alla quale molti ancora stentano a credere, è rimbalzata su social e rapidamente sui giornali on line. Inevitabili i ricordi per le sue straordinarie giocate.

Il governo argentino ha decretato tre giorni di lutto nazionale.

“Perdo un grande amico e il mondo perde una leggenda” questo il commento di Pelé.

Michel Platini afferma: “E’ il nostro passato che se ne va”.

Cristiano Ronaldo: “Oggi dico addio a un amico e il mondo  saluta un eterno genio, uno dei migliori di sempre, un mago senza pari. Se ne va troppo presto, ma lascia un’eredità senza limiti e un vuoto che non verrà mai colmato. Riposa in pace, asso. Non sarai mai dimenticato”.

“Diego Armando Maradona è stato un giocatore straordinario, unico, un talento immenso. Quando si parla della storia del calcio si parla di Pelé in un periodo, di Maradona in un altro e di Messi adesso. Ricordiamolo tra quelli più grandi di  sempre”. Così Fabio Capello ha commentato la morte del Pibe de Oro.

Gigi D’Alessio: “Ancora non riesco a crederci… . Sei stato il più grande di tutti. Quello che hai significato per Napoli, per tutti noi, non si può spiegare, e rimarrà per sempre”.

Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha postato un saluto: “Il mondo intero piange la scomparsa di Maradona, con il suo talento ineguagliabile ha scritto pagine indimenticabili della storia del calcio. Addio eterno campione”.

“Il più forte di sempre. Addio  campione”. Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.




Diego Armando Maradona (Lanús, 30 ottobre 1960 – Tigre, 25 novembre 2020) è stato un allenatore di calcio, dirigente sportivo e calciatore argentino, di ruolo centrocampista. È stato il capitano della nazionale argentina vincitrice del campionato del mondo 1986. Soprannominato El Pibe de Oro (“il ragazzo d’oro”), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, se non il migliore in assoluto.

In una carriera da professionista più che ventennale ha militato nell’Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e nel Newell’s Old Boys. Con la nazionale argentina ha partecipato a ben quattro Mondiali (1982, 1986, 1990 e 1994), vincendo da protagonista il torneo del 1986; i 91 incontri disputati e le 34 reti realizzate in nazionale costituirono due record, successivamente battuti. Contro l’Inghilterra ai quarti di finale di Messico 1986 segnò una rete considerata il gol del secolo, tre minuti dopo aver segnato un gol con la mano (noto come mano de Dios), altro episodio per cui è spesso ricordato.

Non è mai potuto entrare nelle graduatorie del Pallone d’oro perché fino al 1994 il premio era riservato ai giocatori europei: per questo motivo nel 1995 vinse il Pallone d’oro alla carriera. Ha comunque ricevuto altri numerosi riconoscimenti individuali: condivide con Pelé il premio ufficiale FIFA come Miglior giocatore del XX secolo, e nel 1993 è stato insignito del titolo di miglior calciatore argentino di sempre, tributatogli dalla federazione calcistica dell’Argentina. Nel 2002 è stato inserito nella FIFA World Cup Dream Team, selezione formata dai migliori undici giocatori della storia dei Mondiali, ottenendo, tra gli undici della squadra ideale, il maggior numero di voti. Nel 2004 è stato inserito da Pelé nel FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi, stilata in occasione del centenario della federazione. Nel 2012 viene premiato come Miglior Calciatore del Secolo ai Globe Soccer Awards e nel 2014 entra a far parte della Hall of Fame del calcio italiano tra i giocatori stranieri.

A Napoli, in una via pubblica, gli fu dedicato addirittura un altarino con una foto nella quale indossa la maglia del Napoli e un suo capello in una teca, dove i tifosi si recavano prima delle partite a chiedere la “grazia calcistica”. L’11 maggio 1991 fu celebrato nella città partenopea un convegno in onore di Maradona, intitolato Te Diegum, al quale presero parte molti intellettuali tifosi della squadra azzurra. Il report di questa esperienza (oltre che della sua preparazione) è riportato in un libro omonimo, pubblicato nello stesso anno.

Tra le figure più controverse della storia del calcio per la sua personalità eccentrica dentro e fuori il campo, fu sospeso due volte dal calcio giocato per differenti motivi: una volta per uso di cocaina nel 1991 e un’altra volta per positività ai test antidoping, al mondiale degli Stati Uniti 1994 (per uso di efedrina, sostanza non legale spesso usata per perdere peso). CT dell’Argentina per un breve periodo alla fine degli anni duemila, dopo il suo ritiro ufficiale dal calcio nel 1997, Maradona ha subito un aumento eccessivo di peso (risolto con l’aiuto di un bypass gastrico) e le conseguenze della dipendenza dalla cocaina, dalla quale si è liberato dopo lunghi soggiorni in centri di disintossicazione.

E’ padre di cinque figli: Dalma Nerea (1987) e Gianinna Dinorah (1989), nate dal matrimonio con Claudia Villafañe – sposata nel 1984 e dalla quale ha poi divorziato nel 2004 –, Diego Sinagra (1986), nato dalla relazione con Cristiana Sinagra e non riconosciuto da Maradona fino al 2007, Jana (1996), dalla relazione con Valeria Sabalaín e Diego Fernando (2013), nato dalla relazione con Veronica Ojeda. Nel 2009 nasce Benjamin, figlio del calciatore Sergio Agüero e di Gianinna e primo nipote di Maradona.

Anche suo figlio Diego jr. è calciatore, così come lo sono stati i suoi fratelli Hugo e Raúl (detto Lalo) e come lo sono i suoi nipoti Diego Hernán Valeri e i gemelli Nicolás e Santiago Villafañe.

Maradona è stato coinvolto in diversi problemi con la giustizia e controversie legali, in particolare con il fisco italiano che l’ha accusato di evasione per 39 milioni di euro: nell’ottobre 2013 Maradona ha firmato l’atto per il recupero del credito e nel maggio 2014, Equitalia decide la sospensione dei pignoramenti presso terzi delle somme di cui risulta creditore.

Il 5 luglio 2017 ha ricevuto la cittadinanza onoraria dal Comune di Napoli.

Dai primi anni ottanta fino al 2004 Maradona fu dipendente dalla cocaina: egli ammise, nella sua autobiografia pubblicata nel 2000, di aver iniziato a farne uso dal 1982, quando giocava nel Barcellona. Durante il suo soggiorno a Napoli il consumo divenne una vera e propria tossicodipendenza, che cominciava ad interferire con la sua capacità di giocare a calcio.

Negli anni successivi al suo ritiro, a causa degli eccessi con alcol, cibo e cocaina la sua salute peggiorò progressivamente, costringendolo a diversi ricoveri ospedalieri,interventi chirurgici, oltre a piani di riabilitazione e disintossicazione, tra il duemila e il duemiladieci.

Qualche giorno dopo aver compiuto 60 anni, viene portato d’urgenza in ospedale; operato al cervello per la rimozione di un ematoma il 4 novembre 2020 a Buenos Aires, è poi tornato a casa per un lungo periodo di convalescenza.

Nonostante la buona riuscita dell’intervento, oggi è deceduto nella sua casa di Tigre a causa di un arresto cardiaco.