Una delle condizioni per le quali un’amministrazione e un consiglio comunale possono adottare una delibera per acquisire una strada privata accorpandola al demanio stradale comunale è che quel tipo di operazione debba avere una valenza pubblica, deve cioè rispondere ad una esigenza della collettività o, quantomeno, deve essere fondata su una visione di sviluppo della città. Ad esempio generalmente vengono acquisite strade private che, annesse alle pubbliche già esistenti, possono creare uno sbocco viario alternativo o ancora possono espandere la rete viaria cittadina. La domanda è: l’acquisizione delle vanelle da parte dell’amministrazione di Modica in prossimità delle elezioni ha una valenza pubblica?

Da un sopralluogo effettuato nei giorni scorsi, su due delle 5 stradelle acquisite dalla giunta, senza passare dal consiglio comunale come previsto dalla legge, è stato appurato che la vanella n.5, acquisita il 5 giugno e asfaltata subito dopo, si trova con contrada Abremi, dopo Cava d’Ispica, quasi a confine  con Rosolini. Nella stradina poche case, molti terreni agricoli, ma la cosa sorprendente è che la strada non ha un seguito, non ha sbocco, finisce come si può vedere dalla foto, in un fondo agricolo delimitato con pedane in legno che fanno da cancello.

Altra vanella acquisita dal Comune di Modica è la n.79, a Piano Ceci. Qua siamo in una zona con una più alta densità di abitazioni e più vicina ad alcune arterie stradali principali, ma anche in questo caso si tratta di una strada senza via d’uscita, termina praticamente in campagna.

Queste sono solo due delle vanelle acquisite dall’amministrazione Abbate con somma urgenza a pochi giorni dalle elezioni. Ricordando che la competenza era del consiglio e l’amministrazione non si sarebbe potuta sostituire men che meno in periodo di campagna elettorale, le domande aperte sono: qual era l’urgenza di acquisirle? E quale la valenza pubblica?




Presto la questione delle cinque vanelle private di Modica acquisite dall’amministrazione comunale in prossimità delle scorse elezioni amministrative, sarà discussa in consiglio comunale e poi, se le anomalie già riscontrate, saranno confermate e la giunta non darà risposte esaustive in merito, le carte saranno inviate alla procura e alla corte dei conti. Questo quanto hanno intenzione di fare alcuni consiglieri di opposizione. L’intenzione di ricorrere alla procura deriva dal sospetto che la procedura sia stata forzata, non tenendo conto delle leggi e del testo unico degli enti locali in riferimento all’affidamento dei lavori. La legge, recepita anche dallo statuto comunale, sostiene poi che in nessun caso, nemmeno in quelli di somma urgenza, la giunta possa sostituirsi al consiglio comunale che in materie come le alienazioni e l’acquisizione di strade, ha la titolarità.

La volontà di ricorrere invece alla Corte dei Conti è suggerita dalle spese effettuate in quelle strade poco prima delle elezioni, con carattere d’urgenza. E qui altra domanda: Poteva farlo l’amministrazione con un piano di riequilibrio da rispettare e sottoporre semestralmente al vaglio della sezione contabile di Palermo e in regime di predissesto?