RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

ivana castello 2Egregio Signor Sindaco,

di recente mi è capitata tra le mani una nota dell’Assessorato regionale dell’Economia, la numero 9808 del 6 maggio 2016, registrata al protocollo comunale il 9 maggio col n. 25028. Rappresenta l’epilogo della vicenda riguardante il mancato aggiornamento dei dati anagrafici e il loro invio all’Agenzia delle Entrate e agli altri enti di riscossione, non solo comunali. La riassumo per i cittadini che l’avessero in qualche modo dimenticata o non letta.

L’articolo 2 della legge n. 2/2002 della Regione Siciliana stabilisce che tutti i Comuni dell’isola hanno l’obbligo di aggiornare, con cadenza trimestrale, i dati dell’Anagrafe comunale, per poi fornirli all’Agenzia delle entrate e agli altri enti di riscossione, in modo da poter combattere, con cognizioni di causa, l’evasione fiscale.

Per controllare che i Comuni facciano il loro dovere è stato imposto l’obbligo, a tutti gli enti di riscossione, di segnalare all’Assessorato regionale dell’Economia i nomi dei Comuni che omettono l’incombenza. Non solo, ma è stato stabilito che il mancato aggiornamento dell’Anagrafe sia sanzionato con una trattenuta del 3% sui trasferimenti finanziari previsti all’articolo 76 della stessa legge. Modica avrebbe potuto ricevere 80.524,66 euro per i quattro aggiornamenti del 2015. Stranamente, però, in tutta la Regione Siciliana, su 390 comuni, solo due non hanno aggiornato l’Anagrafe, e uno è il comune di Modica. Siamo disastrati a tal punto? Sbaglio, o quando ha mandato in pensione l’ultima novantina di persone, per far accettare la pillola al Ministero degli Interni ha scritto che erano in soprannumero e che non si metteva a rischio lo svolgimento di alcuno dei servizi comunali?

Appena le feci notare la disfunzione lei, sornionamente, ha voluto tranquillizzare la cittadinanza comunicando di avere scritto all’Assessorato regionale dell’Economia, se ben ricordo il 24 marzo 2016, per chiedere (non so se per cortesia o in nome di che) l’annullamento della sanzione. Le dissi che non era pensabile un arretramento dell’Assessorato innanzi a una disposizione di legge e a un decreto che le irrogava una sanzione di quasi 81 mila euro. Lei, però, novello milite noto, si era già mosso.

La conclusione è la lettera che le è pervenuta il 9 maggio u.s.: mittente l’Assessorato regionale dell’Economia. Gliela sintetizzo, convinta che l’abbia già letta.

Il dirigente del servizio, in ottimo italiano e, direi, con estrema chiarezza, esordisce quasi con energia:

«In riscontro alla nota in riferimento, con la quale codesto Comune ha chiesto di non procedere all’applicazione della diminuzione del 3% del trasferimento di cui all’art. 76 della l.r. n. 2/2002, si precisa, in primo luogo, che questo Dipartimento ha proposto (…) l’irrogazione della sanzione nei confronti di codesto Municipio, visti gli elenchi relativi agli aggiornamenti anagrafici trasmessi dall’Agenzia delle Entrate, dai quali è risultato che per nessuno dei quattro trimestri del 2015 risultava ottemperato l’obbligo di aggiornamento delle anagrafi».

Poco dopo va direttamente al nòcciolo, osservando che una sanzione prevista con legge si può sospendere o non irrogare solo su disposizione di un’altra legge (quarto capoverso). Il dirigente conclude, con tono assolutamente dimesso, confermando la sanzione e raccomandando «per l’avvenire di provvedere al puntuale inoltro dei dati anagrafici (…) nel rispetto delle disposizioni legislative sopracitate».

Leggendo la conclusione me n’è sovvenuta una che le scrissi qualche mese fa su questa stessa vicenda. Il dirigente, pensavo tra me, dice, con le dovute e inevitabili differenze, parole e concetti che le dissi io quando il caso esplose.  Allora commentai il suo comunicato. Era il mese di aprile. Lei aveva già trasmesso la supplica all’Assessorato, chiedendo l’annullamento della sanzione. Le scrissi che aveva fatto male i conti, perché non era pensabile che un dirigente si assumesse una tale responsabilità senza averne i titoli e, sopratutto, senza risponderne in prima persona e col proprio patrimonio..

Oggi che devo dirle? Posso ripeterle il consiglio del dirigente assessoriale: faccia il suo dovere, se riesce a farlo, ché solo il dovere può evitare queste mega-angustie alla cittadinanza.

Ivana Castello

                                                                                      Consigliere comunale del PD