LocandinaAccanto all’altare, per la veglia della pace 2014 promossa dalla Caritas diocesana e che si tiene da tradizione ogni anno il 1° gennaio alle ore 20 nella chiesa di San Pietro di Modica, ci sarà della sabbia della spiaggia di Sampieri dove sono naufragati tredici profughi eritrei. Non li vogliamo dimenticare, e con loro non vogliamo dimenticare i vivi!

E c’è stato un cammino, per tutto il tempo di Avvento, in cui sono stati proposti e vissuti nelle parrocchie alcuni passi concreti.

Il primo è stato l’impegno ad accorgersi di chi è ai margini perché immigrato o solo e portarlo davanti al Signore: appare chiaro che la preghiera non è, in questo modo, un rito devoto o alienante, ma piuttosto un momento di verità. Portando poveri e profughi davanti al Signore, infatti, hanno iniziato ad avere il “peso” dei fratelli e, man meno che si ri-trovavano incontrandoli, hanno preso anche un volto e un nome e sono diventati motivo di interrogativi e di relazioni nuove, iniziando da gesti semplici come una visita o un invito a casa propria. Al di là dei modi, si è voluta tenere chiara la meta: far passare gli immigrati e i poveri dalla porta (ovvero, dai centri dove magari si dà un po’ di aiuto) alla mensa (ovvero a rapporti di amicizia nella giustizia e nella condivisione). Così il tema della giornata 2014 assegnato da papa Francesco – “La fraternità via e fondamento della pace” – si è potuto inserire in un percorso avviato che ci impegna tutti in prima persona. Lasciando intravedere nella fraternità la possibilità di città più giuste e più attente e di un mondo che si ritrovi come l’unica famiglia di Dio.

La veglia si aprirà con un pensiero affettuoso a tutti i fratelli più sfortunati e proseguirà con passaggi del messaggio del papa che permetteranno di pensare ad ulteriori passi. Peraltro la cronaca di questi giorni, con le denuncie dei maltrattamenti degli immigrati nel campo di Lampedusa, apre gli occhi sull’opposto della fraternità, l’opposto che sa di cinismo e di affari, ma anche di incapacità dello Stato di darci, in questo come in tanti altri ambiti della vita, percorsi lineari, improntanti ad umanità e legalità. Ci sentiremo allora impegnati per politiche più efficace e al tempo stesso per stili di vita nuovi. Come scrive il papa, infatti, perché la fraternità diventi concreta  «servono anche politiche efficaci che promuovano il principio della fraternità, assicurando alle persone – eguali nella loro dignità e nei loro diritti fondamentali – di accedere ai “capitali”, ai servizi, alle risorse educative, sanitarie, tecnologiche affinché ciascuno abbia l’opportunità di esprimere e di realizzare il suo progetto di vita, e possa svilupparsi in pienezza come persona. Vi è un ulteriore modo di promuovere la fraternità – e così sconfiggere la povertà – che dev’essere alla base di tutti gli altri. È il distacco di chi sceglie di vivere stili di vita sobri ed essenziali, di chi, condividendo le proprie ricchezze, riesce così a sperimentare la comunione fraterna con gli altri». Da qui l’invito a tutti gli uomini e le donne di buona volontà a partecipare mercoledì 1° gennaio alla veglia per la pace 2014 e di continuarla, poi, ogni giorno dell’anno con impegni, anche piccoli, ma concreti e costanti.

 

Maurilio Assenza

Direttore della Caritas diocesana di Noto