Si è conclusa in questi giorni una vasta operazione della Polizia di Stato di Modica, denominata NO FRAUD, che ha avuto inizio alcuni mesi fa e che ha portato a smascherare una serie di truffatori sparsi in tutta Italia ed anche all’estero, i quali attraverso l’utilizzo della rete informatica, si servivano di noti siti di vendita per “spillare” somme di denaro anche ingenti agli utenti dei siti di vendita online, attraverso false inserzioni di vendita.

Uno staff di personale specializzato della Polizia di Modica è riuscito a scoprire le varie tecniche utilizzate dai truffatori per attirare l’attenzione dell’utente della rete, mettendo in atto i loro piani criminosi per farne fonte di illecito e facile guadagno.

Le indagini condotte dal Commissariato di Modica hanno avuto inizio con la ricezione delle prime denunce per truffa sporte dai cittadini nei primi mesi dell’anno, proseguite in maniera anomala nei mesi successivi con una percentuale più alta rispetto a periodi precedenti.

L’importante numero di denunce ricevute ha così indotto gli investigatori ad avviare le indagini al fine di scoprirne gli autori e tutelare gli ignari cittadini che si affidavano a false promesse fatte tramite messaggi whatsApp o email.

L’attività investigativa ha consentito, in breve tempo, di identificare e deferire gli autori dei reato, accertandone la loro responsabilità anche attraverso diretti riscontri con gli istituti di emissione delle carte di credito e le compagnie telefoniche.

Numerosi i casi di truffa scoperti dalla Polizia di Stato per la vendita di oggetti risultati poi inesistenti, quali sedili e pezzi di ricambio per auto d’epoca, pezzi da modellismo di elevato valore, cellulari di ultima generazione e persino autovetture del valore di alcune migliaia di euro.

Si è appurato che nell’inserzione di vendita del bene il falso venditore non si avvaleva di pagamenti protetti bensì di forme di pagamento diretto attraverso carte ricaricabili, in modo da rendere più difficoltosa l’individuazione da parte delle Forze dell’Ordine in caso di denuncia. Il soggetto, dopo una fitta corrispondenza con l’ignaro acquirente intrattenuta tramite whatsapp o via email, ne conquistava la fiducia rendendosi disponibile anche a pagamenti  frazionati. La tecnica utilizzata in questa ipotesi era quella di richiedere il pagamento immediato del 50% dell’importo pattuito e la parte restante all’atto in cui inviava la copia di una ricevuta di spedizione (che risultava in seguito falsa) non risultando la tracciabilità del pacco sul sito dello spedizioniere.

Passati dei giorni senza ricevere l’oggetto, l’acquirente prendeva atto di essere stato raggirato denunciando i fatti presso il Commissariato di Modica.

Le indagini della Polizia, condotte anche attraverso accertamenti espletati presso gli enti che hanno emesso le carte di credito e presso le varie compagnie telefoniche consentivano di identificare 12 soggetti autori delle truffe, tra cui molti già noti alle Forze dell’Ordine per aver commesso nel tempo analoghi reati. Dopo l’identificazione dei rei, la Polizia di Modica ha proceduto al loro deferimento all’Autorità Giudiziaria territorialmente competente, avente sede nelle località in cui sono le truffe si sono consumate, ovvero il luogo in cui erano state emesse i titoli di credito su cui sono stati eseguiti gli accrediti da parte degli acquirenti.




Ai casi di truffa portati a termine con le consuete modalità, se ne è aggiunto uno che si è consumato a Modica nei primi giorni del mese di maggio e che ha visto questa volta vittima della truffa il venditore. Quest’ultimo, un modicano, aveva deciso di mettere in vendita su un noto sito online il suo orologio di marca prestigiosa, ricevendo numerose proposte d’acquisto fino ad accettare quella fatta da un acquirente per il prezzo di vendita di 7.000 euro.

I due si scambiavano le informazioni per concludere l’affare mediante pagamento di un assegno, dandosi appuntamento presso la banca del venditore al fine di accertare la copertura dell’assegno che risultava essere stato emesso da una banca del nord Italia. Dai controlli bancari eseguiti da un impiegato l’assegno risultava regolare e veniva regolarmente versato sul conto del venditore. Dopo alcuni giorni il venditore faceva invece l’amara scoperta che dal proprio conto era stato stornato l’importo di 7.000 euro.

Dopo una serie di accertamenti si scopriva che l’acquirente aveva ricevuto un assegno clonato e che un individuo aveva prelevato, presumibilmente poco dopo l’accertamento effettuato presso la banca di Modica, i 7000 euro tramite l’assegno originale presso un’altra filiale.

Le indagini avviate dagli uomini del Commissariato hanno consentito di acquisire elementi utili per l’individuazione dell’autore della truffa.

Questa nuova tecnica di portare avanti le truffe da parte di soggetti senza scrupoli si aggiunge alle varie strategie finora conosciute e per tale motivo la  Polizia di Stato rinnova sempre l’invito all’utenza ad usare la massima prudenza in occasione di acquisti online, i siti che offrono maggiori garanzie ed  utilizzando modalità di pagamento protette contro le truffe.