In occasione della festa delle famiglie, a Modica, qualche giorno fa, si è tenuto un momento di incontro per presentare il lavoro svolto dalla Compagnia delle Maestranze del Val di Noto. Alle 11:30 la Santa Messa alla Parrocchia del Sacro Cuore, poi il pranzo e subito dopo il convegno sull’operato svolto dalla Compagnia; si è parlato anche dei progetti futuri.

La “Compagnia delle Maestranze del Val di Noto” è un’organizzazione di Imprese che operano nel territorio e che insieme vogliono condividere dei progetti senza perdere le proprie autonomie ed identità.

Alla base di questo contratto c’è tutto ciò che si può trovare in qualsiasi altra azienda o rete: economia e politica aziendale, obiettivi nel lavoro, nella qualità dei prodotti, nella riduzione dei costi, visibilità nel mercato…., ma non c’è solo questo, ci sono in questo caso motivazioni spirituali che uniscono ed esaltano tutto: il valore della solidarietà, dell’amicizia operativa, il seme dell’aiuto reciproco, della condivisione, del confronto con l’altro, con il prossimo da sostenere…da sostenere per il bene comune. Si tratta di un percorso iniziato alcuni anni fa.

Pubblichiamo qui sotto due interventi, quello di Giorgio Agosta, papà dell’indimenticabile Salvuccio, che per primo, molti anni fa, ha lanciato questa idea. L’altro intervento che pubblichiamo è quello dell’ Ing. Giorgio Di Raimondo, Manager di rete – Compagnia delle Maestranze del Val di Noto.

giorgio agosta<< Ringrazio Dio per gli “Amici” presenti che sostengono questa  fantastica realtà.

Vorrei fare una breve riflessione per spiegare dal mio punto di vista, la nascita di questa compagnia: un noto personaggio qualche giorno fa in tv affermava che la nostra Anima oggi fa fatica a seguirci; io,osservando la società di oggi, sono convinto che piuttosto noi l’anima l’abbiamo “sotterrata”, viviamo una vita frenetica, in lotta, l’uno contro l’altro, inseguendo chissà che cosa!

Qualche anno fa, dopo i tragici momenti vissuti per la perdita di mio Figlio, io ho sentito la mia anima “gridare forte” e così, da allora, l’ho ascoltata, e stranamente, fu così che ho ritrovato la mia vera Umanità, ed ho trovato chiaro dentro me il vero “senso della Vita”.

Secondo me, l’Anima e la nostra Spiritualità, dimorano nel nostro cuore, infatti se seguiamo ciò che DIO ci ha insegnato, sentiamo un senso di “Letizia nel cuore”. E’ stato così che ho capito che facendo opere di Carità, si vive meglio.

Da questa esperienza, mi sono chiesto: perché non applicare queste semplici regole nel mondo del lavoro?

Con questo Spirito nasce “La compagnia delle maestranze del Val di Noto”. Seguendo le aspirazioni del nostro cuore, si possono realizzare

Grandi opere!

Come spesso ho testimoniato, il Nostro caro Salvuccio, dopo la Cresima, ha continuato il suo percorso Spirituale con il carisma di San Giovanni Paolo II e di Don Giussani, in compagnia di Padre Paolo Ruta e l’Amico Salvatore Modica. Fu per lui l’occasione per scoprire la “Bellezza” della Fede e le Tante Opere ed iniziative, realizzate in nome di Essa: Grandi raduni con il Papa, meeting per l’amicizia dei Popoli.

Opere per educare i Giovani, per apprendere, oltre alla formazione culturale, un mestiere, le vacanze nelle Dolomiti, per ammirare la Bellezza del Creato, Belle canzoni e tante altre realtà che voleva condividere con noi e con tutte le persone  a lui care!

Allora non riusciva a condividere fin in fondo con noi tutto questo,  ma ora che la crisi si fa sempre più dura, ci accorgiamo che suggeriva metodi

che potrebbero farci uscire da questa situazione “tragica”! Il segreto è utilizzare le “Risorse naturali dell’uomo”, del nostro “Cuore”, che sono uguali per tutti!

Mons.Giuseppe Baturi,nel convegno di circa tre anni fa, tenutosi qui a Modica, dal titolo ”L’io, il lavoro e la crisi”,affermava: il lavoro è “Fondamentale” per l’uomo: chi lavora fa un servizio utile per il bene degli altri, e, in un certo senso, contribuisce al Creato che Dio ha realizzato e riceve soddisfazione se il frutto del suo lavoro soddisfa l’altro, (infatti, il carcerato, entra in crisi di identità, ma se viene messo in condizioni di poter lavorare, ritrova “Se stesso”e, testimonia che per la prima volta, si sente libero e felice in carcere; con il suo lavoro ha reso un servizio per l’altro, ”IO Valgo”!).

Baturi continua dicendo: per superare questo “momento”, serve una “Compagnia mossa da questo desiderio, le opinioni ci dividono, gli interessi ci dividono, ma il Cuore ci unisce, perché tutti aspiriamo alla “Bellezza,Verità e Giustizia” e uniti, con questo Desiderio, noi Famiglie e Imprese Cristiane, possiamo incidere positivamente, al fine di proteggere e valorizzare il territorio in cui viviamo,e possiamo dare speranza e futuro ai nostri Figli. ”Senza questa coerenza, noi Cristiani” –  dice Garròn – “corriamo il rischio di essere parte del problema! >>

Giorgio Agosta (Compagnia delle maestranze del Val di Noto)

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<< Non è un caso che festeggiamo oggi la “Compagnia delle maestranze del Val di Noto” nel giorno della festa della Famiglia, perché la rete di imprese non è solo un progetto economico ma soprattutto un progetto di solidarietà tra famiglie: essi sono insieme non solo per il lavoro, non solo per affrontare i grossi problemi nel mercato dell’edilizia, non solo per dare prodotti di qualità al giusto prezzo e quindi essere competitivi, ma anche e soprattutto perché  insieme portano avanti delle  motivazioni spirituali che li uniscono e  li sostengono: il valore della solidarietà, dell’amicizia operativa, il seme dell’aiuto reciproco, della condivisione, del confronto con l’altro, con il prossimo da sostenere…sostenersi per il bene comune.

Queste famiglie hanno operato nel loro essere e nel mercato del lavoro un cambiamento difficile ma hanno dimostrato non impossibile…anche nella nostra terra. Hanno detto basta all’individualismo, basta alla diffidenza… a questi due mostri: individualismo e diffidenza che non ci permettono di stare insieme per aggregarci.

Da qui la collaborazione proficua tra di essi, e soprattutto fra i loro figli che scambiano le esperienze lavorative: il giovane carpentiere, grazie all’Altro riesce nel restauro o nella lavorazione dei materiali;

ed ancora sta nascendo il desiderio, il bisogno di creare un scuola di arti e mestieri per insegnare ad altri giovani le nostri arti di costruzione modicane che stanno scomparendo.

Queste ed altre possibilità nel mettersi insieme, nel condividere risorse e conoscenze per essere più competitivi.

Oggi queste famiglie festeggiano questi valori e ci auguriamo e preghiamo affinchè questi semi siano speranza anche per altre realtà economiche del nostro territorio, per il bene comune e per il lavoro>>.

 Ing. Giorgio Di Raimondo (Manager di rete – Compagnia delle Maestranze del Val di Noto)