Cari colleghi,

Dopo quasi trentatré anni di servizio è giunto il momento di scrivere la parola fine.

Dopo un periodo di ferie calerà il sipario sulla mia vita da travet.

È accaduto in un periodo difficile per tutti per vedersi, comunicare, scambiare opinioni dal vivo, stringersi la mano, tentare un abbraccio, stare attorno ad un desco per parlare di stampa e di giornalismo.




Lascio l’ufficio stampa del Comune di Modica dopo averlo costruito di sana pianta nel 1992, qualche anno dopo il mio ingresso nell’ente. Sono stato un privilegiato. Ho servito la mia città, con lo spirito di un servant civil, raccontandola attraverso l’occhio delle istituzioni cittadine più alte e più ambite.

Quattordici sindaci, due commissari regionali, sette presidenti del consiglio comunale sono stati il riferimento e il motivo per credere fermamente nell’azione quotidiana dell’informare, del far capire, dello spiegare i meccanismi di un ente che esprime le sue volontà attraverso atti e comportamenti.

Per questa ragione li ringrazio tutti per l’occasione che mi hanno dato per avermi fatto crescere culturalmente e professionalmente. Credo di lasciare davanti a me un’eredità che non va dispersa.

Ringrazio sentitamente, e credetemi non è una formalità, voi colleghi.




In questi lunghi anni non avete mai dubitato, sospettato o gettato un’ombra sulle cose che ho scritto raccontandovi la vita del Comune e degli organismi statutari che lo compongono. Non ricordo a mia memoria una polemica o un incidente diplomatico a motivo di notizie trasmesse.

È stato per me un viaggio straordinario narrando, illustrando eventi che hanno fatto di Modica una capitale di cultura, di impresa in tutte le sue declinazioni a partire dal turismo, ribaltandola sugli scenari nazionali e internazionali.

Ve ne ricordo soltanto alcuni: le prime trasmissioni RAI e Mediaset alla scoperta del Cioccolato di Modica, il settimo centenario della Contea, frutto di quella mente straordinaria del mai dimenticato Giorgio Sparacino, la prima tappa dell’82° Giro D’Italia – Agrigento/Modica-, otto edizioni di ChocoModica, le prime stagioni del Teatro Garibaldi e poi dell’omonima Fondazione, che mi valsero il Premio Addetto Stampa dell’anno 2005, menzione speciale, nel settore “Arte e Cultura”. Poi il riconoscimento UNESCO, le inaugurazioni del nuovo Teatro Garibaldi, dello Stadio di c.da Caitina “Pietro Scollo”, del ritorno a Modica dell’Ercole di Modica, il convegno nazionale sulla Stampa italiana. Mi fermo qui per non correre il rischio di un’autocelebrazione che abborrisco per convinzione.

Mi preme dire che in questa lunga cavalcata mi siete stati vicini rendendo più qualificante ed efficace il mio lavoro. Con molti di voi mi legano sentimenti di stima e di sincera amicizia che continueremo di più e meglio a conservare ed arricchire per il futuro.

Non posso non ricordare quelli che non ci sono più e con i quali abbiamo condiviso pagine di cronaca irripetibili: Giorgio, Loredana, Annamaria.

Oggi guardandomi davanti al monitor del computer mi sono detto: “Marco, dove eravamo arrivati…”

Mi sono dato una risposta: l’avventura continua ripensando alla trincea di questo nostro meraviglioso mestiere.

Buona vita a tutti.

Marco Sammito