RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Cara Scicli,

il 25 aprile è, dal Dopoguerra ad oggi, un momento che vivi con grande energia e partecipazione. Si tratta di una giornata di festa nazionale e come tale dovrebbe unire e non dividere. Anche perché è legata alla commemorazione di un fatto storico che riguarda tutti gli italiani, senza distinzioni politiche. Eppure, ogni anno, sembra necessario ribadirlo. 76 anni fa, l’Italia viveva il momento del riscatto, della liberazione e iniziava il cammino della rinascita e della ricostruzione. Oggi, a distanza di oltre mezzo secolo, a Scicli come nel resto del Paese, dobbiamo assumere l’iniziativa per muovere verso una nuova ricostruzione, economica e sociale, morale e, perché no, politica.




Cara Scicli, tu sei stata forgiata nel solco delle più importanti tradizioni politiche e culturali del Novecento, divenendo terreno fertile di leali contrapposizioni tra visioni, spesso, opposte della società. Contrapposizioni che erano mosse da una tensione ideale di fondo basata su valori, apprezzabili o meno, che innegabilmente caratterizzavano e segnavano chiaramente gli schieramenti, seppur in un contesto locale. Ciò che però rendeva grande Scicli era la capacità dei grandi partiti, poi coalizioni, di esprimere una visione del futuro della propria Città, grazie anche al contributo di una classe dirigente che sapeva stare tra i cittadini ed ascoltare la loro opinione. Una classe dirigente che sapeva immaginare e disegnare il futuro di Scicli che, bene o male, ancora oggi stiamo vivendo, grazie anche a fondamentali, condivisibili o meno, scelte politico-amministrative.

Cara Scicli, noi abbiamo la netta sensazione che oggi non vi sia più la capacità di immaginare il futuro della nostra Città; che non vi sia più quello sforzo ideale che possa ambire, appunto, a disegnare il futuro della Scicli dei prossimi anni. Nessuno ha la bacchetta magica, né vi sono più le grandi disponibilità economiche di un tempo. Eppure, è triste vedere come ci si possa ridurre a dibattere veracemente su una singola struttura balneare mentre altri Comuni sono già all’opera per programmare il rilancio economico del proprio territorio. In questo senso, noi di Scicli al Centro abbiamo già presentato due manifesti programmatici, uno sulle imprese e uno sul turismo, proprio perché siamo convinti dell’importanza di rimettere al centro del dibattito pubblico dei temi e delle proposte che davvero potrebbero fare la differenza nel disegno della Città che verrà.




Nel solco di questo corale sforzo per rilanciare Scicli, come cittadini che amiamo la nostra terra, abbiamo sentito forte il dovere di metterci in gioco e lanciare una nuova proposta civica e popolare che possa ridare fiducia e speranza ai cittadini, per sognare una Città migliore. Da qui la decisione di avviare un progetto civico, aperto a tutti e già forte al suo interno di sensibilità politiche differenti ma unite dall’amore per la propria Città. Un movimento che rimetta al centro Scicli e gli sciclitani, che ridia voce ai problemi veri di Scicli, senza lasciare indietro nessuno e con uno sguardo alle tante sfide future che la Città dovrà affrontare.

Cara Scicli, abbiamo scelto di scriverti in questa data simbolica, il 25 aprile, perché è intrisa di valori che dobbiamo riscoprire e, nel nostro piccolo, mettere in pratica: coraggio, tenacia e spirito di sacrificio. Se questi valori, settantasei anni fa, sono stati decisivi per chiudere un drammatico ventennio, oggi dovremmo farli di nuovo nostri per superare questa pandemia e ricostruire la nostra Città, mettendo da parte sterili ed improduttive contrapposizioni senza fine.

Noi crediamo che un vivace dibattito politico sia salutare e necessario, purchè sia civile e ragionato, purchè tenda a migliorare le condizioni di Scicli e degli sciclitani. Il contrasto delle opinioni non deve incrinare l’unità della nostra comunità, che deve, anzi, essere prerogativa della nostra identità. Come cittadini che hanno deciso, autonomamente e coraggiosamente, di essere parte integrante e responsabile del rilancio di Scicli, sentiamo forte la consapevolezza di avere come priorità questa unità tra gli sciclitani, che deve essere il comune destino di chi scende in campo per gestire la Cosa Pubblica. Un destino inteso come una riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale.

Siamo giunti alla conclusione di questa lettera aperta. Abbiamo davanti, come sciclitani, una sfida ostica: rilanciare e rinnovare la capacità di progettazione economica e sociale della Città, dopo anni di declino e oltre 12 mesi di restrizioni. Cara Scicli, il tuo destino spetta a tutti noi, tuoi cittadini.  Noi, come Scicli al Centro, non da ora, abbiamo già preso la nostra decisione e la porteremo avanti a testa alta, con coraggio, tenacia, responsabilità e dialogo. Noi ci siamo, liberi di sognare e costruire una Scicli migliore. Insieme, senza distinzioni, dobbiamo provarci.

Viva Scicli, Viva la Libertà

Segreteria di Scicli al Centro