Finora le trombe d’aria erano legate ai libri di scienze, oggi l’arrivo di uragani mediterranei e tornado sulla Sicilia sono accompagnati da distruzione e morte.

Sono già sette i morti in Sicilia, l’ultimo a Modica, e miliardi di euro i danni. Si scrive maltempo, si legge cambiamento climatico. Non è il momento di rimandare o di fare proposte deboli e conservative, il governo approvi subito un piano nazionale di adattamento al clima e i Comuni approvino ed applichino i Piani d’azione per l’energia e il clima (PAESC) per rendere i nostri territori più resilienti agli eventi estremi che saranno sempre più intensi e frequenti.

E’ evidente l’urgenza, dettata dalla crisi climatica, di una politica di prevenzione, dai corretti comportamenti individuali ad una pianificazione urbanistica che punti al consumo di suolo zero, ad un grande piano di investimenti per la salvaguardia del territorio, come già hanno fatto gli altri Paesi europei. Ed è prioritario prevedere e realizzare un piano ragionato di rimboschimento delle montagne e delle pendici denudate, specie quelle tributarie dei corsi d’acqua e dei bacini idrici.

Non dimentichiamo che la Sicilia è al centro del Mediterraneo e che lo stesso è un hot spot del cambiamento climatico.

I circoli Legambiente:

“Il Carrubbo” di Ragusa

“Kiafura” di Scicli

“Il Melograno” di Modica

“Sikelion” di Ispica