L’appello forte alla politica perché si impegni a rimediare ad anni di scippi subiti dalla sanità ragusana. Una serie di criticità che sono, ormai, diventate emergenze da affrontare con estrema rapidità prima del punto di non ritorno.

Idee chiare e focus approfondito per il Settore Sanità della Ust Cisl Ragusa Siracusa che è tornato a riunirsi per mettere a punto una piattaforma di richieste che verranno condivise anche con Cgil e Uil.

Il Settore, presenti la segretaria generale della Ust Vera Carasi, i segretari generali di FP, Fisascat, Cisl Medici e FNP, rispettivamente Daniele Passanisi, Teresa Pintacorona, Giuseppe Runza, Saro Iacono, e il segretario nazionale dei Medici Cisl Vincenzo Romano, ha messo sul tavolo tutte le problematiche che riguardano la carenza di personale, il mancato avvio dei Presìdi territoriali di emergenza e, quindi, le difficoltà evidenti nell’assistenza ai cittadini con le lunghe liste d’attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici.

«Questa provincia è stata scippata della DEA di 2° livello – hanno condiviso i segretari – Nonostante il numero degli abitanti sia sufficiente a garantire tutte le specialistiche previste con l’insediamento del Dipartimento di Emergenza-Urgenza e Accettazione, Ragusa è stata privata di questa possibilità a favore di Catania. Tutto questo ha inevitabilmente accentuato la crisi delle piante organiche già carenti e impossibili, adesso, da incrementare. Bisogna intervenire sulle strutture di Ragusa e Modica che, nonostante le professionalità presenti, subiscono in particolar modo le problematicità esistenti.




La politica ragusana ha il dovere di pretendere un diritto sacrosanto per questo territorio: – hanno rimarcato i cinque segretari – una sanità in grado di alzare la qualità dei propri servizi a favore dei cittadini malati.

Sappiamo che il fondo per il personale a disposizione non è sufficiente ed è impossibile riempire tutti i reparti con tutto il personale previsto dalla pianta organica.

È vero che il tetto di spesa per il personale è fermo al 2004 e con un 1,4% in meno – continuano – e che il tavolo insediato dall’allora ministro Speranza è stato chiuso con la caduta di quel governo, ma la Regione Siciliana potrebbe intervenire per aumentare i soldi a disposizione del personale dando, così, parziale ristoro ad una provincia che non può continuare ad essere sacrificata sull’altare di interessi politici ben precisi».

Nella piattaforma stilata dal Settore Sanità della Cisl da sottoporre anche a Cgil e Uil la preoccupazione per la carenza di posti letto e, con essi, dello stesso personale. Poi ancora i presìdi di emergenza come i Pronto soccorso e i PTE che non riescono spesso ad ottemperare al ruolo specifico.

«I primi continuano a sopravvivere “deportando” da altri reparti personale privo della specializzazione e delle competenze necessarie ad assistere pazienti di emergenza e di osservazione breve intensiva, – sottolinea il Settore Sanità della Cisl – Cosa che compromette, peraltro, la qualità dell’assistenza nei reparti che vengono impoveriti. La sanità non può avere cittadini di serie A e cittadini di serene B

Poi i PTE che restano purtroppo sguarniti – aggiungono ancora i segretari – Un problema che si riproporrà con le case di prossimità. Strutture che rischiano di restare scatole vuote che non potranno assolvere al compito di alleggerire il peso dei ricoveri negli ospedali.

Insomma, si attivi la politica e lo faccia subito – concludono Carasi, Passanisi, Pintacorona, Runza e Iacono – Il sindacato è pronto ad avviare una serie di mobilitazioni in tutta la provincia a difesa del diritto alla salute di ogni cittadino e di quello legittimo per questa provincia che deve poter avere, viste le professionalità presenti, i giusti e adeguati mezzi così come la vicina Catania».