
L’ “australiana” colpisce i bambini: vademecum per prevenire l’influenza
- 12 Dicembre 2022 - 7:01
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Quest’anno l’influenza si chiama “australiana”. I casi sono in aumento in tutte le fasce d’età, anche se i bambini risultano più colpiti. In particolare, nei piccoli sotto i cinque anni l’incidenza è arrivata a 50,2 casi per mille assistiti (41,2 nella settimana precedente).
I pediatri della Sip hanno messo a punto un vademecum, ricordando semplici regole che possono aiutare a prevenire l’influenza. Si va dal consiglio di evitare i luoghi affollati, a quello di lavare frequentemente le mani. Meglio, poi, evitare il contatto con persone ammalate. In caso di tosse o starnuti, coprire naso e bocca con l’incavo del gomito. Ventilare gli ambienti a lavoro e casa aprendo le finestre. Nei luoghi affollati le mascherine, che abbiamo imparato a usare con il Covid, restano un presidio di prevenzione anche per altri virus, tra cui l’influenza.
– Di solito l’influenza si manifesta con febbre, brividi, cefalea, dolori muscolari, inappetenza e sintomi respiratori come tosse, mal di gola, congestione nasale. Nei bambini, soprattutto i lattanti, si presentano anche vomito e diarrea. Comunque, è sempre bene consultare il proprio pediatra per escludere altre malattie che possono esordire con sintomi simili.
– Il periodo d’incubazione del virus va da uno a 5 giorni. La durata della malattia varia da bambino a bambino, ma in genere è di 5-10 giorni, con risoluzione spontanea nella maggior parte dei casi.
– L’influenza, spiegano gli esperti, può causare serie complicanze come polmonite e miocardite: sono più frequenti nei soggetti con particolari fattori di rischio (come malattie croniche cardiache, polmonari, neurologiche, renali, epatiche, immunodepressione). È opportuna una rapida valutazione se il bambino presenta comorbilità, se molto piccolo, se sta molto male, se rifiuta di mangiare e bere.
– Finché non è guarito del tutto, sia per ottenere una ripresa ottimale ed evitare ricadute sia per non contagiare i compagni di classe, il bambino deve rimanere a casa. Attenzione: non basta l’assenza di febbre per definire il bambino guarito. Occorre valutare se vi è ancora malessere generale o tosse insistente. In sostanza, dicono gli esperti, non bisogna avere fretta e occorre consultare sempre il pediatra in caso di dubbi.
– L’antibiotico, dicono gli esperti, non serve per curare l’influenza ma per trattare eventuali sovrainfezioni batteriche. Va quindi somministrato solo in alcuni casi, su indicazione del pediatra. È importante tenere il bambino a casa, idratarlo e confortarlo. Per alleviare i sintomi può essere utile la somministrazione di paracetamolo o ibuprofene in caso di febbre e/o cefalea, lavaggi nasali in caso di raffreddore.
– Il vaccino tradizionale è un quadrivalente che contiene virus inattivati (cioè uccisi e frammentati), somministrato per via intramuscolare. Il vaccino con spray intranasale è un vaccino sempre quadrivalente, ma vivo attenuato. Contiene microrganismi vivi ma attenuati e resi innocui. Entrambi sono efficaci e sicuri. L’indicazione su quale usare, se spray o puntura, dipende dalla decisione del medico (oltre che dall’età e dalla disponibilità delle dosi). In generale il vaccino spray è indicato nella fascia 2-6 anni.