Il reclutamento è cominciato, in silenzio, già da qualche settimana: Maurizio Zamparini è stato spesso a Palermo, in questo periodo, e fra lo stadio e il suo yacht “Coccolona” ancorato alla Cala ha incontrato decine di sindaci, professionisti, rappresentanti di movimenti e liste civiche.

A tutti ha esposto il suo credo di facoltoso Masaniello che vuole “tutelare la gente da uno Stato iniquo e vessatorio” e che intende far ripartire l’economia della Sicilia defiscalizzando gli investimenti stranieri (specialmente arabi) nel turismo e stampando Buoni del Tesoro della Regione.

La rete è calata, in attesa del grande debutto: il 24 giugno, al teatro Politeama di Palermo, Zamparini lancerà la sezione siciliana del suo “Movimento per la gente”, con un obiettivo preciso: debuttare alle regionali di ottobre. Primo test in vista di un’altra missione: lo sbarco in Parlamento.

Non sarà solo, il patron friulano del Palermo. Nell’avventura gli faranno compagnia gli animatori di una rete civica che si estende soprattutto nella Sicilia meridionale: il punto di riferimento è il sindaco di Ragusa, Nello Dipasquale (nella foto), capo dell’associazione “Territorio”, ma fra gli uomini più vicini a Zamparini ci sono gli agrigentini Piero Macedonio e Riccardo Gallo, che con il sindaco Zambuto hanno fondato il “Patto per il territorio”, lista che ha ottenuto il 14 per cento alle recenti amministrative.  E poi un manipolo di sindaci: da Paolo Amenta  (Canicattini Bagni) a Francesco La Rosa (Niscemi). La nuova aggregazione (il nome completo sarà “Movimento per la gente -Sicilia e Territorio”) ha anche un padre spirituale: don Giuseppe Di Rosa, parroco di Avola e ispiratore delle lotte dei Forconi. A proposito: anche con i Forconi il dialogo è aperto, tanto che Zamparini ieri mattina ne ha incontrato una delegazione, capeggiata da Mariano Ferro.

Lui, il patron, veleggia su questo mare di sigle e personaggi con la proverbiale grinta e con olimpico distacco: “Non mi chieda i nomi dei miei compagni di viaggio, non me li ricordo. So solo che questa è la nuova politica. Quella vecchia non ha capito nulla di ciò che interessa alla gente, e la cosa grave è che non ammette i propri errori. Per carità, la nostra iniziativa  –  dice Zamparini  –  non è chiusa a chi è stato in Parlamento o ha avuto finora altre cariche pubbliche: Orlando mi piace, di Micciché sono amico. Ma qualunque politico volesse venire con noi, dovrebbe sottoporsi a un periodo di purgatorio”.

Zamparini è tipo naïf, ai salotti griffati preferisce i palcoscenici più popolari delle tv locali: a Palermo ha scelto la trasmissione “Casa Minutella” per presentare il suo progetto. Partendo dalla guerra ai “signoraggi ” e alle “dittature delle banche” per giungere, appunto, alla “liberazione della Sicilia-nazione ” che, aggiunge, “non deve far altro che applicare finalmente il proprio Statuto: me l’hanno regalata, la carta dell’Autonomia isolana, e ne sono rimasto affascinato”.

In campo, ma come? Con una lista unica, presente nelle nove province, e il traguardo ambizioso di superare lo sbarramento del cinque per cento. Una lista che, spiega Dipasquale, ha la presunzione di poter essere autosufficiente, con un proprio candidato alla presidenza: “Non sarò certo io  –  dice Zamparini  –  ma se mi chiedessero di fare l’assessore all’Economia accetterei. A titolo gratuito”.

 

Fonte:palermo.repubblica.it