Il Futuro del volontariato passa dalla rete che è il vero motore di sviluppo del territorio
- 26 Settembre 2012 - 8:03
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articolo pubblicato sul qds del 26 settembre www.qds.it
Enna- Il futuro del volontariato è la rete. Solo lavorando in rete si può fronteggiare il problema della crisi economica e si può raggiungere una maggiore efficienza riguardo ai servizi offerti. E’ quanto emerso nel seminario regionale del volontariato che si è tenuto sabato scorso a Enna, un convegno organizzato dal CSVE (Centro Servizi Volontariato Etneo). Quest’anno il tema oggetto di confronto tra le associazioni che operano nel volontariato ( 181 presenti in rappresentanza di 130 Associazioni provenienti da tutta la Sicilia) è stato quello della rete come motore di sviluppo del territorio. Su questo tema i CSV stanno puntando molto, in questa ottica rientra, infatti, la costituzione dei coordinamenti territoriali che favoriscono l’aggregazione tra le diverse Associazioni.
Il convegno è stato aperto dal noto magistrato Nicolò Marino, della direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, oggi anche consulente per la legalità del Csve, il quale ha evidenziato lo stretto legame tra la solidarietà e la legalità partendo dall’esperienza di Rosario Livatino. “Non è un caso – ha detto Marino- che la legge quadro 226 del 91 ( che riconobbe le attività di volontariato) arrivò un anno dopo la morte del giudice siciliano, da quel momento ci fu il passaggio del volontariato inteso come assistenzialismo al volontariato concepito come solidarietà e iniziò a concretizzarsi il principio di sussidiarietà. Oggi – ha affermato ancora Marino in tono polemico- si vuole annullare la figura del magistrato vicino la società e si contrastano quei giudici come Ingroia, vorrebbero i magistrati burocrati e in nome della crisi ci dicono che non dobbiamo indagare su fatti di mafia di vent’anni fa o sullo sperpero di denaro pubblico”.
Ma ritornando al tema principale del seminario, la rete dovrà servire a dare più forza al mondo del volontariato. Occorre uscire dall’individualità e mettere insieme esperienze, valori e idee finalizzati alla realizzazione di progetti condivisi, creare cioè una alleanza tra fondazioni bancarie e associazioni ne pieno rispetto dei ruoli, alla stregua anche di esperienze positive passate come “Fondazione con il Sud” . Le risorse economiche destinate dalle fondazioni bancarie per il volontariato sono diminuite radicalmente e, se non ci fosse stato un accordo su base nazionale che garantisce una distribuzione territoriale equa dei fondi, qualche regione sarebbe rimasta senza soldi. I bilanci 2012 prevedono ancora tagli maggiori, per questo c’è bisogno di creatività e progettazione. “Noi non sappiamo come sarà il Welfare di domani – ha affermato Stefano Tabò, presidente di CSVNET- ma è proprio per tale motivo che dobbiamo trovarci pronti consapevoli che le risorse non sono quelli degli anni passati”.
Durante il dibattito sono intervenuti diversi rappresentanti di associazioni che si sono detti pronti alle nuove forme di volontariato prospettate dai relatori, ma preoccupati dalla troppa burocrazia e dalle richieste della Comunità Europea che richiede costanti corsi di formazione e l’acquisizione di nuovi requisiti e competenze, tutte cose che necessitano sborsi economici.
Carmelo Riccotti La Rocca