“Un impianto di trasformazione delle biomasse per la produzione di metano ha sicuramente un grosso potenziale positivo, non fosse altro poiché riduce il tonnellaggio dei rifiuti generici che riempiono le discariche ormai quasi tutte ridotte alla saturazione, con grave danno ambientale. Ma – sottolinea Giorgio Assenza – a sua volta, non può esser considerato a impatto zero”. Ed ecco che il presidente dei Questori in Ars chiede, innanzitutto, una seduta congiunta delle commissioni Terza e Quarta in Assemblea regionale, con l’audizione di ognuna delle parti interessate al progetto di realizzazione di una centrale a biogas a cura della società agricola “Biometano ibleo” che ricadrebbe in contrada Zimmardo-Bellamagna, a poche centinaia di metri dal centro di Pozzallo, onde valutare obiettivamente la possibilità di spostare la sua installazione in zone a densità abitativa zero dell’ampio areale del Comune di Modica.

“Il sito individuato dalla ditta – riprende Assenza – è, per altro, accosto alla necropoli Bellamagna, meta di turismo qualificato che si vedrebbe gravemente danneggiato dalla installazione; la rete viaria locale non è comunque adatta a un intenso traffico veicolare di mezzi pesanti e la stessa contaminazione ambientale, alla luce di quanto oggi si sa, non è esclusa. Quindi, in nome dell’ormai riconosciuto anche a livello comunitario principio di precauzione ambientale e a nome dei cittadini di Pozzallo, io chiedo che si risponda innanzitutto ai tanti interrogativi che la realizzazione dell’impianto solleva in una zona perfino esposta a valle di un compluvio che, viste le ormai fin troppo frequenti “bombe d’acqua” figlie dei cambiamenti climatici, potrebbe a sua volta trasformarsi in una vera e propria bomba a orologeria per l’ambiente e addirittura per se stesso”.

“Una serie di incontri chiarificatori, a cominciare dalla seduta delle commissioni da me richiesta, il coinvolgimento (a oggi non verificato) degli abitanti e degli amministratori di Pozzallo e un auspicabile parere della Soprintendenza (se pur dovuto soltanto moralmente e non per legge) nonché del mondo scientifico – conclude Giorgio Assenza – sono azioni dalle quali non si può e non si deve prescindere per casi come questo. Sottolineiamo che, comunque, si ha il timore di un  impatto acustico notevole che potrebbe disturbar non poco la fruizione turistica del sito archeologico e della liberazione in atmosfera e al suolo di sottoprodotti odorigeni che le torri di desolforazione disperderanno alla fine del processo di digestione in vasca delle biomasse conferitevi”.