“From my house in da house” – A history of Rome”, è un documentario diretto da Giovanni La Gorga e Alessio Borgonuovo che, con tono leggero e un ritmo serrato, racconta gli ultimi trenta anni del centro di Roma. Dal fulgore dei primi anni ’90 al buio di oggi, senza mai cadere nella retorica. Il leitmotiv del film infatti è l’ironia. Talvolta amara, nel racconto dei tanti personaggi noti che descrivono luoghi di ritrovo, situazioni e incontri irripetibili.

Ci sono le testimonianze obbiettive, quelle dei cronisti come il “re” dei paparazzi Rino Barillari che apre il suo archivio fotografico per l’occasione e la giornalista del Corriere della Sera Maria Egizia Fiaschetti. E ci sono quelle “trombonate” tipicamente romane dei residenti del centro storico. Ci sono i musicisti, quelli della scuola romana che ricordano come la scena capitolina fosse di assoluto prim’ordine, ci sono attori e registi, come Marco Giallini, Asia Argento e Ivano De Matteo, che negli anni ’90 erano in procinto di affermarsi e a Roma vivevano, recitavano, costruivano. Ritroviamo anche il compianto Claudio Coccoluto, Riccardo Sinigallia, Aurelio Picca e Stefano Antonelli. Tutti insieme concorrono a formare un mosaico che dà l’immagine attuale di Roma. Ferita, tramortita, ma ancora pronta a riprendersi e tornare al suo eterno splendore.




Il tono del docu-racconto si mantiene colloquiale ma non scade mai nella banalità. Si scelgono gli scorci più suggestivi e quelli più obbrobriosi, così come tra le parole degli intervistati si alternano le battute di spirito alle considerazioni tranchant. Il linguaggio espressivo di riferimento è quello dei migliori doc e docufiction italiane e straniere, a cominciare da ASBURY PARK: LOTTA, REDENZIONE, ROCK AND ROLL di Tom Jones fino al nostrano VEDI NAPOLI E POI MUORI di Enrico Caria.

“From my house in da house” è un’opera poliforme: è prettamente documentaristica quando ripercorre l’ultimo mezzo secolo di storia della capitale, ha un taglio socio-antropologico quando analizza il vorticoso declino culturale di una città in una sempre più evidente crisi di identità, ma ha anche spunti romantici quando vediamo il protagonista “risvegliare” gli abitanti della città eterna facendoli ballare con un dj set dal balcone. Inoltre, e non di poco conto, è il fatto che “From my house in da house – A history of Rome”, abbia un contenuto e un messaggio politico: quello di scuotere le coscienze degli amministratori capitolini, degli imprenditori, dei commercianti e perfino dei singoli residenti per far loro comprendere che una città nella quale non scorre più la linfa vitale della cultura, del fermento ideale, della capacità di proporre e reinventare, è una città destinata a essere quantomeno periferica. La colonna sonora, scritta e realizzata da Giovanni La Gorga, Pietro Nicosia con l’ausilio di un gruppo di autorevoli musicisti della scena romana, rende omogeneo e completo un prodotto nuovo e trascinante, capace di arrivare con sentimento a un pubblico che va ben oltre i frequentatori delle notti romane.

Prodotto da Qualityfilm e distribuito da 102 Distribution, “From my house in da house” non è un’operazione nostalgica ma un’autentica ricerca nel cuore della città che un tempo rappresentò la Dolce vita. Il documentario è vincitore al RIFF AWARDS 2021 nella sezione National Documentary Competition www.riff.it