Di fronte all’aumento spropositato del carburante il governo non può rimanere indifferente. Feditalimprese sostiene che è necessario adottare seri provvedimenti che aiutino i settori produttivi. La sua proposta è quella di reintrodurre il bonus gasolio e/o la riduzione dell’accisa.

“Ad essere penalizzati sono gli automobilisti, ma più in generale ogni settore dell’economia. – afferma Gianluca Micalizzi, presidente di Feditalimprese –. Le piccole e medie imprese, infatti, nel tentativo di allargare il raggio della loro attività si ritrovano a dover fronteggiare costi di trasporto eccessivi e quindi sono costrette a ripiegare sul mercato locale in fase di stagnazione”.

Fortemente danneggiato assieme agli autotrasportatori, il settore della pesca. Alla voce “gasolio” si registrano aumenti vertiginosi e con l’attuale calo della produzione, non si riesce a mantenere una redditività adeguata.




Non sta meglio il settore agricolo, per il quale è stato stimato un forte rincaro nelle spese di produzione derivante dal costo del carburante, utilizzato in campagna per alimentare i macchinari agro-meccanici.

Vi è poi una categoria di lavoratori che non può far a meno dell’auto e che anzi fa di essa il proprio “ufficio” e strumento di lavoro: gli agenti di commercio e i rappresentanti; questi soffrono il caro-gasolio direttamente sulle proprie tasche.

Feditalimprese ha manifestato appoggio e solidarietà a tutte queste categorie, così come agli altri settori dell’economia che subiscono seppur indirettamente le conseguenze del caro-gasolio. Tra questi il turismo nelle isole. I conseguenti rincari stagionali nelle tariffe di aliscafi e traghetti scoraggiano infatti gli

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