Secondo dati Eurostat risalenti al 2022, in Italia circa 2,7 milioni di lavoratori restano sul posto di lavoro per 50 ore a settimana, contro le canoniche 40 ore (8 ore al giorno per 5 giorni), ovvero il 9,2% dei lavoratori totali (circa 23 milioni). Il fenomeno in Europa riguarda molto di più gli autonomi (30%) che gli impiegati (4%). Guardando i dati dei singoli Paesi emerge che quello italiano è tra i più alti d’Europa.

Si sta pensando allora alla settimana lavorativa corta anche in Italia, lavorare dal lunedì al giovedì. Sono in atto delle prove. Già Intesa e Lavazza stanno sperimentando questa soluzione nata anche dalla necessità di riorganizzare il lavoro durante il periodo della pandemia, tra la necessità di protezione e quella del risparmio energetico negli uffici arrivata poco dopo con l’aggressione russa in Ucraina.




L’ipotesi su cui lavorano i due gruppi italiani ricalca quella già in atto in Gran Bretagna dove un recente rapporto governativo ha dato vita ad un intenso dibattito. Nel Regno Unito sono almeno sessanta le aziende che stanno partecipando alla sperimentazione della settimana lavorativa corta e in 18 casi dalle prove si è passati alla realtà. È diventato pratica permanente. Tornando agli esperimenti italiani, Intesa Sanpaolo ha riorganizzo il lavoro per 74 mila dipendenti. Tra le novità c’è appunto la settimana corta di 4 giorni da 9 ore lavorative (36 ore in tutto) a parita’ di retribuzione. Il tutto avviene su base volontaria e compatibilmente con le esigenze tecniche e produttive. Lo stesso ha fatto Lavazza già nel 2022.

I sindacati sono in pressing in Italia e anche le opposizioni spingono per la settimana corta mentre il governo sembra aver già accennato un’apertura sull’argomento anche se di recente il dibattito si è concentrato con più insistenza sul taglio del cuneo fiscale nel decreto lavoro.