Il lockdown in Italia ha generato un crollo della domanda di petrolio del 70, 80%. A questo aggiungiamo la caduta verticale del prezzo del petrolio sui mercati internazionali, per le società petrolifere c’è stato un ammanco di cassa superiore ai 4 miliardi. La parziale ripresa della mobilità e dei consumi di energia porterebbe comunque a fine anno un fatturato fortemente ridimensionato. Le produzioni di petrolio a Ragusa sono ferme. Il sindacato teme il peggio e in una nota inviata a Enimed dichiara che “occorre ripristinare le attività e servire le manutenzioni necessarie ai pozzi per la continuità produttiva dei giacimenti ragusani. È inaccettabile e ingiustificato il fermo delle estrazioni in quota Enimed, nel nostro territorio”.




Le segreterie di Filctem, Femca e Uiltec denunciano che la situazione del petrolio coltivato ed estratto a Ragusa rischia di precipitare da un momento all’altro.

«Abbiamo assistito in questo ultimo anno a un inarrestabile abbassamento dei livelli quantitativi di estrazione di idrocarburi dalle concessioni minerarie Eni della provincia di Ragusa. E non solo. Fermo anche il campo Tresauro, in cui la società Enimed è in

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