Sono 14,  le province interessate dalle misure urgenti per contenere il coronavirus, oltre alla Lombardia. A indicarle il premier Giuseppe Conte, nel corso della conferenza stampa di ieri in tarda serata a Palazzo Chigi. Si tratta di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia.

A Milano c’è stato un vero e proprio assalto all’ultimo treno diretto verso il sud, un Intercity che arriva a Salerno. “Con il nuovo decreto non ci sono più le zone rosse, i focolai stabiliti all’inizio. Non c’e’ più  motivo di tenere le persone di Vo’ e del lodigiano in una zona  rossa confinate. Sono state create zone più ampie”, ha detto il premier Giuseppe Conte.

Il secondo dpcm riguarderà invece tutto il territorio nazionale e irrigidisce le disposizioni finora adottate, confermando comunque la chiusura delle scuole fino al 15 marzo, e introducendo nuove restrizioni come la sospensione dell’attività di pub, sale giochi e discoteche.

Il nuovo bilancio dei contagi da Coronavirus, reso noto dal commissario Borrelli è di 5.061  malati  in Italia, 233 i morti. Sono 567 i malati ricoverati in terapia intensiva per Coronavirus, di questi 359 sono in Lombardia, che ha avuto un incremento in un giorno di 50 casi.




Il provvedimento, che chiede di “evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita” dalla Lombardia e dalle province interessate “nonché all’interno dei medesimi territori”, prevede però che gli spostamenti siano consentiti quando “motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza”.

In province contagio si può rientrare a casa “Ci si muoverà solo per comprovate ragioni lavorative o situazioni di necessità o spostamenti per motivi di salute. Fermo restando che è consentito il rientro presso il proprio domicilio o residenza per chi ne avesse necessità”, ha spiegato il premier.

Nelle zone del contagio fino al 3 aprile è prevista la chiusura delle scuole e la sospensione delle le attività “di cinema, teatri, pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati”. Sono inoltre previste “specifiche sanzioni in caso di mancato rispetto”: l’arresto fino a 3 mesi e fino a 206 euro di ammenda. Bar e ristoranti, invece, potranno svolgere le attività dalle 6 alle 18 “con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.

Stop a funerali e matrimoni, nelle stesse zone è prevista infatti la chiusura degli impianti nei comprensori sciistici, e “sono sospese le cerimonie civili e religiose, comprese quelle funebri”. L’apertura di chiese e luoghi di culto, invece, è condizionata alla possibilità di evitare assembramenti. Per quanto riguarda i centri commerciali, nelle giornate festive e prefestive i negozi all’interno delle gallerie sono chiusi (fanno eccezione gli alimentari), così come chiuse sono “le medie e grandi strutture di vendita”. E nei giorni feriali va garantita la distanza di un metro tra un cliente e l’altro, “con sanzione della sospensione dell’attività in caso di violazione”.

Sono poi “sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (fatta eccezione per l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza), centri culturali, centri sociali, centri ricreativi”.