
Elezione Papa, oltre 100 voti a Prevost
- 11 Maggio 2025 - 8:30
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“Ha avuto ben più di cento voti: è stato un segnale fortissimo”. Con queste parole, il cardinale del Madagascar Désiré Tsarahazana ha commentato l’esito del Conclave, lasciando intendere quanto ampio e convinto sia stato il consenso che ha portato all’elezione di Papa Leone XIV.
“È un ottimo Papa”, ha dichiarato con un sorriso.
Rivolgendosi ai cardinali, Papa Leone XIV ha scelto parole semplici ma cariche di significato, definendo il ruolo del Successore di Pietro come quello di un “umile servitore di Dio e dei fratelli, non altro che questo”.
Ha poi richiamato l’esempio dei suoi predecessori, in particolare quello di Papa Francesco, “con il suo stile di piena dedizione nel servizio e sobria essenzialità nella vita, di abbandono in Dio nel tempo della missione e di serena fiducia nel momento del ritorno alla Casa del Padre”.
“Raccogliamo questa preziosa eredità e riprendiamo il cammino”, ha detto Leone XIV, “animati dalla stessa speranza che viene dalla fede”. Parole che hanno dato il tono a quella che si preannuncia come una fase di rinnovamento, ma senza fratture, nella linea di una Chiesa chiamata a guardare al futuro, senza dimenticare le radici della propria missione.
Numeri certi quindi, non ce ne sono, ma alcuni cardinali all’uscita dall’incontro che hanno avuto sabato a tu per tu con Leone XIV hanno confidato che in conclave Robert Francis Prevost ha ottenuto più di 100 voti. Il quorum, com’è noto, era attestato a 89. Su di lui, dopo i primi scrutini andati a vuoto, sono andati rapidamente i voti di Parolin. “Abbiamo dato un segno di unità”, ribadiscono.
“Sapevo ovviamente qualcosa di Prevost – ha raccontato il Cardinale Dolan – ma lo ritenevo uno dei periferici. Ero aperto a tutti, c’è l’assioma che chi entra papa esce cardinale”. Qualcosa è però accaduto mercoledì 30 aprile alle congregazioni generali, dopo il funerale del papa. “Quando sono arrivato – sono le parole del cardinale di New York – immediatamente le persone hanno cominciato a chiedermi, ‘Eminenza, conosci questo Roberto?’ E io dicevo, mi spiace, mi piacerebbe essere d’aiuto. Perché il pensiero naturale della gente era che siccome lui è nato negli Stati Uniti, allora dovevamo avere familiarità”.
“Così – ha continuato – mi sono reso conto che quello che sapevo di lui era abbastanza stellare ma molto poco, che non lo conoscevo bene e questo pensiero è continuato per 2,3 giorni finché mi sono detto, Dolan, devi conoscere questa persona”. “Io sono andato da diversi cardinali – ha aggiunto – e molti sono venuti da me, ci si voleva conoscere meglio, indovinare il pensiero gli uni degli altri, e così ho cominciato a conoscerlo ed ogni giorno di più”. Un profilo quindi cresciuto in pochi giorni e che ha visto infine, l’accelerata definitiva in poche ore.