E’ partito con  le richieste di estromissione degli enti chiamati in causa come responsabili civili, il processo sui cosiddetti “cani killer” che esattamente tre anni fa, sbranarono e uccisero il piccolo modicano Giuseppe Brafa (nella foto), a Punta Pisciotto, a Scicli, e aggredirono due giorni dopo, la turista tedesca Marija Stefanie Mikulcic, sempre nella zona di Sampieri.

Ieri mattina è stato incardinato il procedimento davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica (Antongiulio Maggiore, presidente, Elio Manenti e Francesco Chiavegatti, a latere) e in apertura l’avvocato Pennisi e l’avvocato Assenza hanno chiesto l’esclusione quali responsabili civili, rispettivamente dell’Asp Ragusa e del Comune di Scicli, sulla quale c’è stata l’opposizione della pubblica accusa sostenuta dal Procuratore Capo, Francesco Puleio, e dal Sostituto, Gaetano Scollo, oltre che dalle parti civili e del collegio difensivo. I magistrati, dopo circa un’ora di camera di consiglio, hanno rigettato le richieste.

Il PM ha sottolineato di volere provare le responsabilità degli imputati chiamando in causa anche l’ex comandante della polizia locale di Scicli, già deceduto, la cui posizione fu archiviata come altri, in fase preliminare. Ha annunciato la produzione di documenti relativi ai sopralluoghi e ai sequestri e ha chiesto l’assunzione dei verbali degli interrogatori degli imputati.

L’avvocato Francesco Riccotti, che difende Virgilio Giglio, ha annunciato di non volere presentare alcuna lista testi ma ci sarà solo una produzione documentale. Il pubblico ministero ha già fatto sapere di portare in aula 57 testi. I giudici hanno stilato un calendario di udienze fissando il processo al 24 ottobre, 14 e 28 novembre e 19 dicembre.

Parti civili sono i genitori, il nonno e lo zio della piccola vittima, l’Asp Ragusa, Paola Bruna Finotti, Giorgio Pluchino, Giovanni Buscema, Marija Stefanie Mikulcic (tutti e quattro vittime di aggressioni di randagi) ed  il Comune di Scicli.

Gli imputati sono l’ex sindaco di Scicli, Giovanni Venticinque, difeso da Giovanni Riccotti La Rocca, Virgilio Giglio, il custode dei cani e proprietario dell’immobile, dove deteneva gli animali a Punta Pisciotto, Saverio Agosta, Antonino Avola, Roberto Turlà, i veterinari dell’Asp, Salvatore Calvo e Giuseppe Pisana, dipendenti comunali, difesi dagli avvocati Fabio Ferrara, Fabio Borrometi, Luigi. Piccione, Rosario Avveduto, ed Enrico Platania.