micarelliL’Italia è un paese per soli uomini.

Non lo si può negare. Neppure la donna più cieca, più sorda, più indifferente non può non accorgersi che viviamo in un paese nel quale alle donne viene ancora richiesto di “star zitte”, perché gli uomini italiani nel tempo ci hanno zittite, ci hanno abituate ad essere mute, cieche ed indifferenti nei confronti di noi stesse, siamo ormai diventate come loro ci vogliono: servili, disponibili e silenziose.

Guai se qualcuna osa sollevare un obiezione, una qualsiasi questione: “quella è una rompipalle”, “ma occupati delle faccende domestiche”, “la donna è mamma e allora che faccia quello per cui è nata”.

Ed in questa condizione sociale e culturale, tutta inventata dagli uomini (perché non dimentichiamo che la storia l’hanno fatta loro!) la donna nasce con una particolare funzione fisiologica, con una speciale componente biologica, solo femminile, che è la casalinga: noi nasciamo donne e casalinghe.

Un maschio nasce e tutti sognano per lui che faccia l’ingegnere, l’avvocato, il medico, il manager; una donna nasce e tutti sognano per lei che diventi ingegnera, avvocata, medica e poi naturalmente, in  ogni caso, che sia una brava donna di casa e faccia la mamma.

Come se per una donna la massima aspirazione, la suprema realizzazione dei se risieda solo e soltanto nel mettere al mondo figli, nutrirli, crescerli, educarli, non c’è altro per lei, caso mai si può anche lavorare, ma non con passione, non per realizzarsi (per gli uomini ciò è normale), con moderazione e sempre che il proprio lavoro concili con le esigenze dei figli e del marito, tanto c’è l’uomo di casa, il Tarzan della situazione, che esce e procura tutto il necessario per non far mancare nulla alla famiglia.

Certo, le donne hanno il grande privilegio, il dono, il potere (almeno questo) di generare la vita, un privilegio, care donne, che ci becchiamo con tutto ciò che ne consegue.

Come conseguenza, le dolci e remissive casalinghe ripagano “l’eroe del focolare” con quella particolare vocazione, che le rende uniche nel loro genere, una devozione verso colui che, instamcabile, lavora e pensa alla famiglia.

Una devozione incondizionata che si manifesta, una volta che il marito-lavoratore torna nel santuario domestico, attraverso una silenziosa presenza della donna casalinga, la quale nel frattempo, non solo ha meticolosamente eliminato ogni forma di polvere dalla casa, ma ha anche provveduto a silenziare la rumorosa prole, certamente presente, per non disturbare colui che pensa a noi, il gran lavoratore instancabile ed indefesso.

Donne, è giunto il momento di svelarvi il mistero: essere casalinghe, con tutti gli annessi e connessi, non è un destino naturale, non è una funzione biologica, ma è un destino furbescamente imposto da chi ha il potere, ovvero dagli uomini, un altro tipo di potere, non certo quello di dare la vita, il potere di controllare, imporre, delimitare la vita ed è logica conseguenza che questi stessi uomini abbiano deciso di lasciare i lavori più faticosi e poco soddisfacenti alla classe più debole (ben inteso: debole solo dal punto di vista sociale e non caratteriale).

Così ecco che hanno creato la donna casalinga, perno della famiglia, angelo del focolare, reginetta di un regno che ha il difetto di essere villanamente bisognoso di cure costanti, con i suoi attrezzi, unguenti, arnesi e polveri, iniziare la tredicesima, millesima, decimillesima giornata chiusa in casa, uguale a quella di ieri, identica a quella di domani.

E ancora donne dovete sapere che la casalinga non ha stipendio, non ha orario di lavoro (si lavora anche di notte, se qualche familiare è ammalato, se c’è un neonato in casa) la casalinga non ha un sindacato, non si fanno assemblee di casalinghe e non c’è un comitato composto da casalinghe. Anche se le casalinghe sono milioni, il più grosso esercito di lavoratori del mondo, il più pericoloso e minaccioso settore di operai della casa, esse non sono in grado di condurre nessuna lotta di classe, di avere qualsiasi rivendicazione.

Perché sono state genialmente isolate l’una dall’altra e costrette a discutere ognuna con un datore di lavoro diverso, che è un padrone che non si può detestare e che, al di fuori della casa, ha meno potere di un sasso. Naturalmente ci sono degli uomini più aperti e compresivi, mossi da quello che chiamerei “sessismo buonista”, che si rendono conto della profonda ingiustizia, ovvero che essere casalinga non è una cosa piacevole e questi uomini comprensivi dicono: “Si mi rendo conto che siete delle vittime, ma purtroppo i lavori di casa deve pur farli qualcuno e purtroppo per le donne è una cosa naturale. Gli uomini sono goffi non sanno farli e poi francamente tenere in ordine una casa non è tanto virile”.

Nulla di più inverosimile. Si tratta dell’ennesima menzogna inventata dagli uomini, occuparsi della casa non è affatto “roba da donne”, è cosa per tutti, maschi e femmine, uomini e donne.

Per concludere un piccolo consiglio: abituate tutti, marito o convivente, ma soprattutto i figli alla collaborazione domestica, al rispetto del lavoro. Il lavoro è lavoro e tale deve essere considerato anche quello della casalinga.

Per finire, ecco cosa pensano della donna alcuni uomini illustri della storia dell’umanità:

Per me la donna è troppo sacra per gettarla nel fuoco della pubblica amministrazione: essa è il tesoro della famiglia e perché tale, è bene che tale resti. Ne abbiamo abbastanza di conflitti e contrarietà, per non dovercene creare di nuovi. Quando, dopo una lotta parlamentare politica vi ritirate nel santuario domestico, oggi vi troverete la pace: il giorno in cui la donna partecipasse ai pubblici uffizi vi troverete la guerra”. Francesco Crispi da Atti parlamentari 1883.

 

I mariti sono prìncipi e superiori nelle case loro;
e che ciò si facesse noto a tutti i popoli.Ester 1,22  Bibbia Martini/Vulgata

 

(Dio ) E alla donna disse: «Io moltiplicherò i tuoi affanni e
le tue gravidanze: con dolore partorirai i tuoi figlioli,
sarai sotto la potestà del marito, ed egli ti dominerà

Bibbia Ed. Paoline 1969 e in tutte le Bibbie precedenti
Conforme al testo liturgico della messa in latino (Vulgata)

 

“Di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio.”

Paolo di Tarso, Lettere ai Corinzi, I sec.

 

“L’uomo non deve coprirsi il capo, poiché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza.” Paolo di Tarso, Lettere ai Corinzi, I sec.

 

“Era necessario che in aiuto dell‘uomo, come dice la Scrittura, fosse creata la donna: e questo non perché gli fosse di aiuto in qualche altra funzione, come dissero alcuni, poiché per qualsiasi altra funzione l‘uomo può essere aiutato meglio da un altro uomo che dalla donna, ma per cooperare alla generazione.”
SAN TOMMASO D’AQUINO

 

“L’uomo è per natura superiore, la donna inferiore; il primo comanda, l’altra ubbidisce, nell’uno v’è il coraggio della deliberazione, nell’altra quello della subordinazione.”

(Aristotele, Politica) filosofo

 

Sabrina Micarelli

Centro servizi Donne