La Fimi ha lanciato un piano, insieme ad Assomusica (per la musica dal vivo), Afi e Pmi (che rappresentano l’industria discografica), Fem e Anem (per quanto riguarda gli editori musicali), si tratta di un piano di sopravvivenza, gli eventi dal vivo sono completamente fermi, con migliaia di persone a casa e nessuna prospettiva di ritorno nei prossimi mesi.  Tutto ciò si ripercuote sull’intera filiera, le sale di registrazione sono ferme e di conseguenza si evidenzia un calo nella musica registrata. Gli effetti si vedono anche su diritti d’autore e diritti connessi, non essendoci eventi né normali attività legate alla musica. Il piano chiede da un lato di affrontare il problema della liquidità, che sta colpendo tantissime imprese italiane e ancora di più un settore fragile come quello musicale. Senza liquidità non è possibile investire sui nuovi artisti. Altri temi sul piatto sono la sospensione delle tasse e dei contributi, l’estensione del voucher da 12 a 18 mesi per i concerti annullati e il bonus cultura da estendere alle famiglie.

I grandi eventi dal vivo saranno gli ultimi a riaprire, gli effetti della crisi potranno essere mortali per il settore. Le stime parlano di circa 380.000 persone completamente ferme, alcune delle quali non hanno accesso al bonus di 600 euro. Molti dovranno accedere ai redditi di emergenza.




Il Ceo di Artist First Claudio Ferrante descrive la drammatica situazione dei piccoli produttori indipendenti, ricordando innanzitutto come Andrea Bocelli, Vasco Rossi, Diodato e Ultimo siano alcuni dei talenti emersi dalle etichette indipendenti.

“In questa situazione economica difficilissima è complicato trovare i successi di domani. Oggi lo streaming, per quanto riguarda i nostri artisti, è in positivo, ma il vinile e il CD hanno perso il 70% – spiega Claudio Ferrante – . Sono stati annullati tutti gli appuntamenti instore, di presentazione dei dischi nei negozi. Centinaia di studi di registrazione non stanno lavorando e moltissimi autori e musicisti non riusciranno ad arrivare all’anno prossimo, essendo persone che vivono di sola musica.  Il Ceo di Artist First ha lanciato un appello al Ministro della Cultura affinché si pensi di più a questo settore che sta morendo. Non sono mai state fatte leggi sulla musica e questa situazione drammatica può essere trasformata in un’occasione per farlo.”