Chiaramonte Gulfi – Furti di rame, 2 arresti
- 27 Settembre 2015 - 17:09
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Raffica di perquisizioni nel territorio della giurisdizione della Compagnia di Vittoria, e in particolare nel territorio di Chiaramonte Gulfi, eseguite nel corso della scorsa notte.
L’operazione è finalizzata a contrastare i furti di rame che, oltre ad arrecare un grave danno alle società elettriche, comportano notevoli disagi per i cittadini in caso di interruzione di un servizio di pubblica utilità di così grande importanza. Numerose pattuglie impiegate con un dispositivo di oltre 20 militari che ha consentito di trarre in arresto due pregiudicati, monitorati da tempo: si tratta di due rumeni Achitei Ilie, classe 87, e Argintaru Stefan, classe 94.
L’attività, frutto di appositi servizi di osservazione e pedinamento per studiarne i movimenti e le abitudini di vita e protrattisi per svariati giorni, nell’ambito dei servizi predisposti dal Comandante Provinciale dell’Arma, ha permesso di cogliere in flagranza i due giovani mentre stavano asportando, all’interno della stazione elettrica di Contrada Fegotto, cavi elettrici dell’alta tensione per una lunghezza totale di circa 100 metri e dal peso complessivo di oltre 100 kg di rame. I malviventi, dopo un breve inseguimento, sono stati bloccati dai militari e arrestati.
Condotti presso la caserma di via Giuseppe Garibaldi, al termine delle formalità di rito, sono stati ristretti presso la Casa Circondariale di Ragusa, a disposizione del sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, dottor Puleio, dinanzi al quale dovranno rispondere di danneggiamento e furto aggravato in concorso. I cavi sono già stati restituiti ad un rappresentante della società elettrica che gestisce la stazione di Contrada Fegotto, mentre gli arnesi da scasso utilizzati, costituiti da cesoie, giraviti di grosse dimensioni, tenaglie e passamontagna, nonché da un piccone, sono stati sottoposti a sequestro.
Ora, al vaglio degli investigatori, che stanno proseguendo le indagini, la posizione dei pregiudicati, per accertare l’eventuale complicità di altri criminali, e il canale di ricettazione del metallo trafugato.