“In merito alle notizie giornalistiche che stanno circolando in questi giorni, circa alcuni interventi del servizio 118 sul territorio Ragusano, si ritiene doveroso intervenire per sgomberare il campo dalle nubi che potrebbero oscurare l’operato degli addetti al servizio.” Ciò è quanto affermano il segretario generale della F.P. CGIL di Ragusa, Nunzio Fernandez e la segretaria provinciale della F.P. CGIL di Ragusa, Anita Tumino in una nota inviata al sindaco del Comune di Ragusa, Giuseppe Cassì, al Direttore Generale Asp 7 Ragusa, Angelo Aliquò, al Direttore Generale SEUS, Ing. Davide Croce e al personale dipendente SEUS.

“E’ corretto innanzitutto, informare l’utenza, si legge nella nota, che la dislocazione dei mezzi di soccorso sul nostro territorio, viene gestita dalla Centrale Operativa di Catania, che sulla base delle informazioni ricevute, invia il mezzo (ambulanza) più idoneo per quel tipo di intervento; non sempre il mezzo più vicino è quello più idoneo, e non sempre il mezzo più vicino è libero.

I tempi di intervento dunque, dipendono da tanti fattori, che variano in base alla tipologia del soccorso. Può necessitare un’ambulanza medicalizzata che può non essere quella più vicina al luogo dell’evento, oppure può capitare che l’ambulanza più vicina non sia disponibile, in quanto già impegnata in altro intervento, ma comunque, la tempistica delle operazioni, rispecchia protocolli già ampiamente collaudati.”

Nel documento della CGIL si legge ancora: “Quanto alle operazioni tecnico/sanitarie del soccorso poi, le stesse vengono eseguite con la massima professionalità da parte degli operatori, seguendo rigidi protocolli sanitari, a massima garanzia della salvaguardia dell’utenza.




In merito ad eventuali diagnosi cliniche e pareri sanitari formulati da “avventati spettatori”, difficilmente, questi,  possono corrispondere alla realtà fattuale, specie se rilasciati da soggetti non competenti.

Giudicare dall’esterno, talvolta, può rivelarsi una scelta poco felice, atta solo a denigrare la professionalità degli operatori, mettendo in cattiva luce il loro operato e la loro dedizione. Nella realtà piuttosto, questi lavoratori, in modo discreto e professionale, costituiscono oggi un avamposto di salute pubblica, in grado di salvare vite umane, garantendo alla collettività un servizio essenziale di qualità.

Quanto alla politica poi, dovrebbe essere utilizzata come uno strumento per ottimizzare, valorizzare ed integrare le risorse del territorio, coniugandole al meglio per offrire servizi sempre più qualitativi per la collettività.”