CC32, all’Asp di Ragusa Manager inadeguati e pazienti abbandonati
- 26 Ottobre 2024 - 8:39
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Vi abbiamo dato notizia ieri della volontà dell’Asp di Ragusa di potenziare il personale infermieristico nel reparto di oncologia, visto anche quanto era accaduto lo scorso 17 ottobre, quando ad alcuni pazienti non era stato possibile effettuare il ciclo previsto di chemioterapia.
Su quanto affermato ieri dall’Asp interviene oggi il Comitato Civico 32, in un comunicato stampa a firma del dott. Rosario Gugliotta si legge:
Le vicende riportate dagli organi di informazione sulla interruzione delle terapie per i pazienti oncologici e poco prima della scandalosa prenotazione di una colonscopia a 10 mesi rispetto alla richiesta del medico curante di 10 giorni, pongono seri interrogativi.
Pur non negando la criticità del sistema sanitario, frutto di scelte scellerate dei governi degli ultimi anni, e confermate da quello attuale, ci sono aspetti che denotano, per la provincia di Ragusa, una particolare inadeguatezza di coloro che sovrintendono alle funzioni amministrative e gestionali.
La nota, imbarazzata e imbarazzante del massimo vertice aziendale, dopo la generale indignazione riportata dalla stampa, conferma uno specifico vulnus che potrebbe configurare una vera e propria interruzione di pubblici servizi essenziali.
E’ ben noto che le direzioni generale, strategica, sanitaria conoscono in tempo reale gli accessi ai vari reparti. Un report continuo che consente di conoscere man mano le tendenze previsionali.
In oncologia la crescita delle prestazioni non è improvvisa!! Da tempo c’è una riduzione dell’emigrazione sanitaria e non è la prima volta che si manifestano criticità delle risorse umane e materiali nel reparto. Chi sta dietro una scrivania, sa che il paziente oncologico non può essere mai abbandonato a se stesso. Non è giustificabile l’assenza, a monte, di procedure da adottare automaticamente a fronte di imprevisti .
Insomma ci sono voluti televisione, radio e giornali per far comprendere che in certe evenienze vanno previsti gruppi operativi sostitutivi che garantiscano la continuità dei percorsi di cura e prevenzione.
Non è la prima volta che la catena della cura per i malati oncologici si interrompa, come non è la prima volta che una colonscopia di primo accesso, richiesta entro 10 giorni, venga prenotata dopo 10 mesi.
Lor signori traggano pertanto le dovute conseguenze. Certamente potranno continuare a lavorare con altre mansioni nell’ambito del sistema sanitario forse con qualche soddisfazione in più, per loro, e qualche disservizio in meno per gli utenti.