Caso “Gravina”: stoppati da Terna (per il momento) i lavori a Marina di Ragusa
- 8 Agosto 2024 - 18:02
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Anche stamattina i 12 proprietari proprietari terrieri, aziende agricole, hanno manifestato in c.da Gravina, a Marina di Ragusa, al confine tra Scicli e Ragusa, per opporsi al passaggio di un elettrodo a 150kV, nei loro fondi. (Vi avevamo dato notizia ieri qui)
I proprietari dei terreni, difesi dall’avvocato Giovanni Raudino, hanno individuato soluzioni alternative, che hanno sottoposto all’attenzione della ditta “Terna-Rete Elettrica Nazionale SPA”, soluzioni che sarebbero ora al vaglio di Terna, che per il momento ha sospeso i lavori, che dovevano svolgersi tra ieri e oggi.
La proposta di passaggio del nuovo elettrodo aveva suscitato un forte malcontento tra gli agricoltori e i proprietari terrieri di c.da Gravina, che vedono nelle opere di cablatura non solo un’imposizione, ma anche un danno potenziale alle loro proprietà e all’ambiente circostante. Le preoccupazioni sono varie e vanno dalla possibile riduzione del valore dei terreni a rischi legati alla salute e alla sicurezza, fino all’impatto sulla qualità del panorama naturale che caratterizza la zona. In particolare, i proprietari sottolineano che molti di loro hanno investito tempo e risorse per mantenere la fertilità dei loro terreni e preservare le tradizioni agricole locali. La paura è che la costruzione dell’elettrodo possa compromettere la loro attività, già provata dalle sfide economiche e climatiche di questo periodo. Inoltre, ci sarebbero anche timori per la possibile interferenza con attività agricole delicate, che richiedono un ambiente senza perturbazioni esterne.
La Società “Terna-Rete Elettrica Nazionale SPA” aveva dato comunicazione della costruzione dell’elettrodotto a 150 kV con l’imposizione di un vincolo preordinato all’asservimento coattivo (art. 17, c.2, D.P.R. 08.06.2001, n. 327 e ss. mm.), manifestando di voler dare seguito a tale intento nelle giornate del 7 e 8 agosto 2024.
I proprietari dei terreni interessati dal passaggio dell’elettrodo, difesi dall’avvocato Raudino, hanno impedito, manifestando sul posto, l’avvio dei lavori. Gli stessi si dicono però favorevoli all’opera, che può trovare soluzione senza arrecare danno a nessuno.
Il caso “Gravina” rimane emblematico di un tema più ampio: il delicato equilibrio tra sviluppo infrastrutturale e la tutela dei diritti e delle esigenze delle comunità locali. Sarà fondamentale nei prossimi giorni il dialogo per trovare un compromesso che permetta di avanzare verso un futuro sostenibile senza compromettere l’identità e il benessere della popolazione.
Entro agosto le parti valuteranno la possibilità di utilizzare il percorso alternativo segnalato dai proprietari terrieri.