Una 13enne è stata aggredita ieri sera ad Avola (SR), da un baby gang composta da coetanee.

L’aggressione è avvenuta in viale Mattarella, luogo di aggregazione del sabato sera: il gruppo di ragazzine avrebbe preso di mira la 13enne, straniera, prima è stata spinta, poi tirata per i capelli è finita a terra ed è stata presa a calci e pugni.

Presenti alcuni coetanei che invece di fermare il pestaggio avrebbero filmato la scena con gli smartphone.

Nonostante le disperate suppliche della vittima, nessuno si è mosso per fermare la violenza. Una scena di ordinaria crudeltà che accende i riflettori non solo sull’episodio in sé, ma anche su una deriva sociale sempre più preoccupante: l’indifferenza e la spettacolarizzazione della sofferenza altrui.

I video sono finiti sulle chat diventando virali. Non sono chiare le ragioni dell’aggressione.

Sull’episodio indagano gli agenti del commissariato di Avola, coordinati dalla Procura di Siracusa, che stanno analizzando i filmati e ascoltando i minorenni.

DICHIARAZIONI DELLA SINDACA ROSSANA CANNATA:

Quanto accaduto nel video che sta circolando ci scuote profondamente. Gesti come questi vanno condannati con fermezza.

Ho già sentito le autorità competenti e le forze dell’ordine, che sono state prontamente avvertite e hanno già avviato gli interventi necessari. Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà alle vittime di questi comportamenti e ai loro familiari.

Di fronte a episodi come questo, non basta l’indignazione: servono azioni quotidiane di educazione e responsabilità.

I video ci sono, i controlli sono stati effettuati, ma ora è fondamentale che siano i giovani, con il sostegno delle famiglie, a farsi carico di un cambiamento vero.

Avola ha da tempo attivi percorsi di prevenzione e sostegno, ma oggi più che mai serve uno sforzo ulteriore da parte di tutti.

Chiediamo ai genitori di continuare a essere guida e riferimento per i propri figli, aiutandoli a riconoscere e a scegliere sempre il rispetto.

Chiediamo ai ragazzi di essere amici veri, quelli che si proteggono a vicenda, che hanno il coraggio di fermare chi fa del male, di essere solidali. Parlate, dialogate, denunciate: solo così possiamo spezzare il silenzio e fermare la violenza!

Continueremo a fare rete con le scuole, le parrocchie, le associazioni, le forze dell’ordine e, soprattutto, con le famiglie, per costruire insieme un futuro di rispetto, dignità e inclusione.

Dobbiamo a continuare a rappresentare i valori  dell’umanità e della civiltà.