Non c’è stata la partecipazione auspicata, ma alla fine gli intervenuti hanno ribadito ancora una volta con forza il loro no alla ricerca di idrocarburi nel Val di Noto autorizzata alla “Maurel et Prom Italia srl” dalla Regione siciliana. Ieri mattina, all’interno della sede del Libero Consorzio, c’è stato il sit-in promosso dal consigliere comunale modicano Alessio Ruffino. Era stata presentata come un’occasione per misurare il fronte del no, in questo senso il risultato non è stato positivo, ma – assicurano gli organizzatori- gli intervenuti erano in rappresentanza di un nutrito numero di persone pronte a sposare la battaglia no triv. “Questo- spiega Ruffino- è stato solo un termometro per misurare innanzitutto la volontà delle maestranze locali e da che parte stanno perché si dovrà rendere conto ai propri concittadini”.




“Nessuno entrerà nei terreni modicani, la tutela del territorio è una priorità”. A dirlo il sindaco di Modica, Ignazio Abbate, che invita i proprietari dei terreni ad impedire che l’azienda incaricata di effettuare gli screening entri nelle proprie terre. Per Abbate rimane fondamentale mettere in campo ogni azione perché si tutelino le falde acquifere da possibili inquinamenti. In realtà tutti convengono sul fatto che gli screening autorizzati dalla Regione non sono impattanti, ma la vera preoccupazione è per il dopo. Una volta che troveranno del greggio saranno autorizzate le trivellazioni?

Il primo cittadino di Rosolini ha rimarcato la necessità di continuare con l’azione legale e i ricorsi al TAR (di cui respinta solo la sospensiva e non il ricorso come hanno più volte ridetto i detrattori) e che rimangono in essere insieme a quello di Legambiente nazionale, ItaliaNostra, WWF e ZeroWaste. Nel corso dell’incontro si è sottolineato anche il fatto che non può essere compromessa la vocazione di un territorio proiettato ad uno sviluppo molto importante da un punto di vista turistico, cosa affermata più volte dall’assessore siracusano Fabio Granata non presente ieri, ma che ha sposato l’iniziativa. “Si deve puntare ad un modello di sviluppo turistico, architettonico, culturale, gastronomico e sostenibile- hanno detto i presenti- invece di perseguirne ancora oggi uno che non ha futuro”. Per la rappresentante di Legambiente Ragusa, Nadia Tumino, la competenza per concedere questo tipo di autorizzazioni deve ritornare al governo nazionale e non regionale.




Continua lo sversamento di petrolio in contrada Moncillè

Lo sversamento di petrolio nell’area del pozzo 16 di proprietà dell’Eni in contrada Moncillè, a Ragusa, non è stato ancora arrestato. La situazione risulta essere sotto controllo, ma ad oggi sono ancora in atto tutte le procedure per la messa in sicurezza dell’area soggetta alla perdita di greggio che interessa il torrente Monciillè che confluisce nel fiume Irminio. Anche dagli ultimi sondaggi effettuati, non risulterebbe presenza di idrocarburi nelle falde acquifere, né nel fiume né nella sorgente Cafeo che serve Modica, ma la vera questione è che non si riesce a trovare ancora la causa della fuoriuscita. Le operazioni di messa in sicurezza sono coordinate dalla Prefettura di Ragusa che ha tenuto un meeting tra gli attori interessati prima di dicembre e, nei prossimi giorni, fisserà un altro incontro. Nel corso di questi mesi sono stati disposti ulteriori ed approfonditi rilievi tecnici per avere maggiori dati su cui lavorare per cercare di chiudere una criticità aperta ormai da troppi mesi. Lo sversamento di petrolio in contrada Moncillè è stato comunicato il 27 aprile scorso.

 

 

(fonte La Sicilia)