“Quanto sta accadendo alla foce del fiume Dirillo e tra le serre del Ragusano è uno scempio. Tra serre in abbandono a ridosso del mare, plastiche sotto le dune di sabbia, discariche abbancate nel letto del fiume e rifiuti che bruciano h24 siamo in presenza di una terra dei fuochi tutta siciliana. Oltre ai numerosi atti parlamentari su quanto sta avvenendo ho appena depositato un esposto in Procura per delitti contro l’ambiente e un accesso agli atti per richiedere le immagini delle fototrappola e avere le targhe dei mezzi che hanno ricoperto il fiume. Uno dei rischi è che alla prima piena ci sia un’esondazione che potrebbe distruggere tutto”. A denunciarlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Stefania Campo che in queste ore è tornata a denunciare lo scempio ambientale in atto nel Ragusano tra Marina di Acate e il fiume Dirillo e in generale sullo stato di degrado e abbandono della cosiddetta fascia trasformata che si estende sino alla piana gelese.

La deputata insieme ad una delegazione di consiglieri e attivisti del Movimento 5 Stelle è tornata in queste ore sui luoghi documentando con video e foto la grave situazione ambientale.




“Grazie alle segnalazioni – spiega la deputata – abbiamo riscontrato come i rifiuti ammassati ai lati del fiume Dirillo, ai Macconi di Acate, siano stati abbancati meccanicamente nell’alveo del fiume. Hanno praticamente divelto anche il guardrail utilizzando un mezzo pesante per spingere la discarica proprio nel fiume mentre grandi quantità di plastica vengono date costantemente alle fiamme. Sto chiedendo un tavolo tecnico tra Assessorato Ambiente, Sindaci dei comuni interessati, Corepla il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica e Polieco il Consorzio Nazionale per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene. L’idea è quella che si stipuli un protocollo d’intesa per la realizzazione di isole ecologiche in alcuni punti strategici costituiti da silos per lo smaltimento in maniera del tutto anonima e gratuita della plastica delle serre, oltre che dei flaconi dei diserbanti utilizzati e gli altri materiali composti da polietilene, dagli imballaggi alle manichette. Come sapete, abbiamo lavorato ad un ddl plastic-free, presenteremo un intervento normativo con il quale si incentivino gli agricoltori ad utilizzare materiali biodegradabili e bioplastiche. Ho inoltre richiesto la mappatura completa per capire, attraverso l’aerofotogrammetria, quali porzioni di terreno siano effettivamente utilizzati per la serricoltura e quali siano invece occupati da serre in disuso o abbandonate. Insomma stiamo lavorando a pieno regime per riportare lo Stato, laddove lo Stato pare non esistere più”- conclude la deputata.