Una lunga e complessa indagine cominciata nel 2009 è terminata con il sequestro del cantiere della ditta operante nel campo dei rifiuti PUCCIA e dei loro mezzi di lavoro.

Otto in tutto le persone denunciate, ecco i nomi: il titolare dell’azienda Giorgio Puccia, il figlio Paolo e Giuseppe Puccia, il dirigente del settore ambiente del comune Giorgio Muriana, l’ex assessore all’ecologia Tiziana Serra, Giovanni Baglieri, Fabio Cataudella e Antonino Scarso. Tutti e otto sono obbligati alla misura cautelare della firma periodica alla polizia giudiziaria. I reati contestati, limitatamente alle responsabilità dei singoli indagati, spaziano dalla turbata attività d’incanti alla truffa aggravata ai danni del comune, passando per la frode nell’appalto del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ai reati ambientali scaturenti dalla violazione della normativa in materia.

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in procura dal procuratore capo Francesco Puleio, dal sostituto procuratore Gaetano Scollo, dal comandante provinciale delle Fiamme Gialle Francesco Fallica e dal tenente di stanza a Modica Dumo, nonché dal dirigente temporaneo del commissariato Amarù. Presente anche il questore Filippo Barboso, che ha ancora una volta evidenziato i frutti della sinergia tra i vari comparti delle forze dell’ordine. (foto)

A Giorgio Puccia, titolare dell’azienda, pare vengano contestati pure episodi di minacce, vessazioni ed intimidazioni ai danni di un paio di dipendenti. In almeno un caso è contestata addirittura l’estorsione. Stando a quanto accertato dalle indagini della Guardia di Finanza e della Polizia,  Puccia avrebbe costretto tra l’altro il responsabile del lavaggio dei cassonetti della spazzatura a smaltire  illegalmente i reflui nientemeno che sulla riva del fiume Irminio. Si tratta di rifiuti tossici e molti pericolosi; questo avrebbe ovviamente fatto diminuire i costi di smaltimento legale. Il dipendente che aveva ricevuto questo incarico, si è però poi rifiutato, ed è stato licenziato.

Pare inoltre che lo stesso Puccia era pronto a scaricare in giro per le varie contrade modicane, alcuni rifiuti, creando cosi le famose discariche abusive, in modo da smaltire i rifiuti in un primo momento senza alcun costo e successivamente, riceveva dal comune altri soldi, per bonificare le discariche. Il comune dal canto suo, avrebbe favorito la ditta Puccia, affidandogli l’appalto di bonificare le discariche abusive, in maniera poco chiara, pregiudicando così la partecipazione ad un regolare bando da parte di altre ditte.