Continua il processo di riorganizzazione degli ospedali ragusani per ricavare i 150 posti letto Covid e i 14 posti in Terapia Intensiva. Sono operazioni che richiedono certamente tempo e che, com’era prevedibile, non sono immuni da polemiche. Non poche lamentele, ad esempio, si sono registrate per la scelta di separare, al Giovanni Paolo II, la Neonatologia dall’Ostetricia. La prima rimarrà nella Torre A, l’ala Covid per intenderci, mentre l’altra sarà riallocata nel Reparto di Pediatria – che, a sua volta, garantirà solo ambulatorio mentre per i casi di ricovero si dovrà provvedere al trasferimento in altri ospedali -, un’altra porzione di Ostetricia verrà lasciata nell’attuale Reparto, quello più vicino alla Torre B. In pratica, il Reparto di Ostetricia e Ginecologia sarà diviso in due. Fonti interne ci parlano di una scelta illogica per il fatto che Neonatologia e Ostetricia sono reparti complementari e che, dicono, Neonatologia avrà delle parti in comune con i Reparti Covid.




Sull’argomento abbiamo sentito il Direttore Generale dell’Asp, Angelo Aliquò, che non entrando nel merito, relativamente alla separazione dei due Reparti, precisa che «non ci sono affatto spazi in comune tra la Neonatologia e i Reparti Covid, ed è anche per questo che è stato scelto il Giovanni Paolo II. Ci sono – continua Aliquò – ascensori diversi e corridoi diversi». Tutti gli ospedali ragusani, comunque, sono già attivati e ospitano ricoverati Covid. Al momento, nei Noscomi iblei, vi sono in tutto 73 ricoverati con il