di Carmelo Riccotti La Rocca




Sull’impianto di biogas autorizzato dal Comune di Modica in contrada Zimmardo-Bellamagna, Il tempo stringe e la sensazione è che la politica (quella che conta) rimarrà inerme in attesa della decisione del Tar del prossimo 21 ottobre. Non c’è stata nessuna azione conseguenziale alle promesse fatte, e sottoscritte, dalle parti dinnanzi al Soprintendente Giorgio Battaglia il 2 dicembre del 2019. In quella occasione tutti gli attori coinvolti, compreso il rappresentante della Biometano Ibleo Srl, si impegnarono a trovare una soluzione alternativa alla realizzazione dell’impianto a pochissimi chilometri dal centro abitato di Pozzallo, ma nei fatti, già ai margini di quell’incontro, vi furono delle dichiarazioni quantomeno contraddittorie rispetto a quanto firmato pochi istanti prima, con il sindaco di Modica – territorio all’interno del quale ricade l’impianto – il quale dichiarò che non sarebbe stato compito del suo Ente ricercare una soluzione alternativa e con Michele Leocata, rappresentante dell’azienda che ha promosso il progetto, pronto a rimarcare l’impossibilità di delocalizzare l’impianto. Eppure anche il giudice amministrativo, il 12 febbraio scorso, ha voluto dare un valore all’accordo firmato in Sovrintendenza, con le parti che hanno rinunciato all’udienza cautelare, anticipando la decisione al 21 ottobre, lasciando che nel contempo si concretizzasse quello che è stato definito come “un patto tra gentiluomini” siglato, appunto, il 2 dicembre del 2019. Risultato? Il nulla più assoluto.




Oltre alle diverse e reiterate richieste del Comitato spontaneo per la tutela dell’ambiente e della salute (CSPA) che ha richiesto aiuto praticamente a tutte le Istituzioni, ci sono anche due lettere inviate dal sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, al suo collega Ignazio Abbate, attraverso cui  gli ricorda

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