Alla relazione della commissione regionale Antimafia sul “caso Scicli” devono seguire azioni finalizzate ad individuare i veri responsabili di un piano contorto che ha screditato la città macchiandola di un’accusa infamante ed ingiusta. È, in estrema sintesi, quello che è venuto fuori dalla partecipata assemblea che si è tenuta ieri sera in Via Aleardi, organizzata dal Brancati, alla quale ha preso parte anche il presidente della commissione Antimafia Claudio Fava.

Intervistato dal giornalista Franco Causarano e dal professore Giuseppe Pitrolo, Fava ha ripercorso le tappe del lavoro che ha portato alla redazione della relazione che – come abbiamo già avuto modo di ribadire in diverse occasioni – disegna un quadro inquietante fatto di relazioni oscure e di interessi così importanti tanto da sacrificare l’ex sindaco Susino e  un’intera comunità nel nome del business dei rifiuti.




Troppe le cose ancora da chiarire: dall’interesse di un ex ministro ad acquistare a Truncafila – qualcuno ha informato l’On Saverio Romano delle cave di Truncafila e della possibilità di farle diventare delle discariche? – all’intervento dei Servizi Segreti mai chiarito del tutto dal ministero. E ancora: pareri fantasma nell’iter dell’Acif che, lo ricordiamo, ha addirittura goduto di un finanziamento del Mise (Ministero per lo Sviluppo Economico), prima che la piattaforma venisse autorizzata, la sponsorizzazione di deputati