Tra chi lo assolve e chi lo condanna, a Scicli continua il dibattito sull’audio del presidente del consiglio comunale, Danilo Demaio, che in un Whatsapp inviato probabilmente ad un gruppo di amici, premettendo di avere parlato con il sindaco, ha rivelato l’identità della donna sciclitana contagiata. A prendere le difese del presidente del consiglio comunale, è il gruppo si StartScicli del quale lo stesso fa parte: “A seguito delle notizie sul primo contagio nella nostra città – si legge nella nota- si è scatenato un tam tam con un accanimento nel voler conoscere l’identità della persona affetta dal covid-19 e un crescente bisogno di rassicurazioni. In questo clima di forte tensione è venuto fuori un audio, inviato ad un gruppo stretto di amici, che confermava notizie già ampiamente circolate, con il solo scopo di rassicurare sul rispetto delle procedure che c’era stato, senza nessuna accusa. L’audio in questione è divenuto in pochi minuti virale. Ci teniamo a precisare che nessun nome o audio è trapelato dal nostro gruppo. Sappiamo però che le parole hanno un peso, ancor più se dette da chi riveste incarichi istituzionali. Il nostro presidente del consiglio si è già scusato personalmente con la famiglia della signora per quanto successo. Auguriamo alla signora ed alla sua famiglia di superare presto questo momento difficile. Al contempo siamo amareggiati per chi, anche di fronte a una pandemia, sta strumentalizzando i fatti per un tornaconto politico”.

Diversa la posizione di chi ritiene che una figura istituzionale non possa commettere leggerezze simili, o quanto meno, non senza conseguenze: “Se il presidente commette la leggerezza di rivelare le generalità della persona trovata positiva al coronavirus aprendo una vera e propria caccia all’untore e scatenando un putiferio generale – ha scritto su Facebook l’avvocato Bartolo Iacono- deve solo per questo dimettersi e chiedere scusa prima alla persona indicata e poi a tutta la città”.

Anche Margherita Gintoli, di Fratelli d’Italia, invoca le dimissioni di Demaio: “Dichiarare «l’ho fatto per proteggere la signora» – afferma- non è leggerezza, è incapacità, inadeguatezza, perché si continua a non capire e, cosa ancor più grave, a voler sminuire la gravità dell’accaduto”.

 

L’avvocato Giusy Cicero: scuse tardive e che richiamano alla responsabilità di terze persone

 

Sull’argomento è intervenuta, sulle pagine del quotidiano La Sicilia, anche Giusy Cicero, legale della donna positiva al coronavirus:

“Il presidente del consiglio, Danilo Demaio – afferma- ha inviato un messaggio al figlio della donna, ma rivolgendosi alla mia assistita, esprimendo solidarietà alla stessa e riferendo che «certi giornalisti hanno approfittato del momento per creare attriti e dare in pasto ai lupi notizie false». La mia assistita apprezza ovviamente il messaggio del presidente del consiglio comunale, ma allo stesso tempo ritiene che lo stesso sia arrivato in maniera tardiva e in una forma tale che tende, comunque, a far ricadere la responsabilità su terzi.  Quell’audio, con tanto di nome e con l’allusione finale alla possibilità che non sia stata rispettata a pieno la prassi, hanno esposto la mia cliente ad attacchi feroci e diffamatori. Ad oggi rimane quindi ferma la volontà della mia assistita di adire per le vie legali nei confronti di chi e quanti hanno divulgato il suo nome e messo in discussione la sua responsabilità nello svolgimento dell’auto-isolamento”.