Da La Sicilia del 14 gennaio

Carmelo Riccotti La Rocca




Peppe Lucifora è stato prima colpito e poi strangolato da una mano sola. Emergono le prime indiscrezioni sugli esisti dell’autopsia depositata lo scorso giovedì che, in larga parte, conferma alcune informazioni che circolano da mesi sulla morte del cuoco modicano trovato privo di vita nel tardo pomeriggio del 10 novembre nella sua casa del quartiere “Dente”.

Peppe Lucifora non si è minimamente difeso, questo lascia desumere che l’assassino lo abbia prima colpito a mani nude e poi, quando il cuoco era in stato di incoscienza, lo ha finito stringendogli una mano al collo. Ciò ha provocato una perdita di sangue che si è accumulata nei polmoni, fattore, questo, che ha provocato la morte del 57enne.

Una dinamica, quella venuta fuori dall’autopsia, che lascia pensare che l’assassino abbia una forza non indifferente. L’omicida ha quindi agito d’impeto tramortendo Lucifora in uno scatto di rabbia? Gli esami dicono che il decesso del cuoco non sia avvenuto al culmine di una sera a base di sesso e droga, anzi, quel sabato Peppe non aveva fatto uso di droghe e aveva una presenza minima di alcol nel sangue, pari ad uno o due bicchieri di vino che possono consumarsi in una normalissima cena. Non vi sono nemmeno segni di rapporti sessuali (anche se, dicono alcune fonti, consumati in maniera protetta non sempre si evince).

A breve saranno depositati anche gli esami dei Ris.

Sul fronte delle indagini, a due mesi dall’omicidio, non vi sono ancora ufficialmente indagati, anche se gli inquirenti continuano a lavorare e sentire persone.