da La Sicilia

di Carmelo Riccotti La Rocca

La Regione Siciliana esproprierà ed acquisirà la Fornace Penna. A renderlo noto è stato il Presidente Nello Musumeci che, anche nella qualità di assessore ai beni culturali e dopo aver visitato la “basilica laica sul mare di Sampieri”, aveva assunto degli impegni ben precisi. A seguito di quel sopralluogo Musumeci aveva organizzato un incontro a Palazzo d’Orleans anche alla presenza del sindaco di Scicli, Enzo Giannone e del Soprintendente Giorgio Battaglia per individuare il percorso amministrativo più idoneo per mettere in sicurezza, salvare e utilizzare la struttura.

Tra l’acquisto, prospettato inizialmente dal Comune di Scicli e l’esproprio, per il Governatore Musumeci la seconda è la strada più veloce per arrivare all’obiettivo e cercare di salvare l’ex fabbrica di mattoni realizzata tra il 1909 e il 1912 dall’Ingegnere Ignazio Emmolo su commissione del Barone Penna.




La Fornace di contrada Pisciotto venne poi distrutta da un incendio doloso nel 1924 e, da allora, non sono state mai fatte opere di manutenzione e oggi versa in condizioni precarie rese ancora più preoccupanti dalle ondate di maltempo che hanno interessato la Sicilia negli ultimi anni. Con la delibera numero 469 del 13 dicembre, pubblicata ieri, la Regione, quindi, avvia formalmente un iter che viene sollecitato ormai da decenni e che ha visto spesso contrapporsi l’interesse pubblico della “Mannara” (come viene rappresentata nella Fiction del Commissario Montalbano), con i numerosi vincoli a cui è soggetta (paesistico, tutela della fascia costiera,  vincolo di immodificabilità dei luoghi, vincolo bene culturale “archeologia industriale”), con quello dei tanti privati che oggi sono proprietari del bene. “Avevamo preso l’impegno – evidenzia oggi il presidente Musumeci – di salvare dal degrado e valorizzare la Fornace Penna e lo stiamo mantenendo. Si tratta di un polo visivo monumentale unico, oltre a ricadere su un’area che conserva molteplici testimonianze storiche e archeologiche. Intervenire, dopo anni di abbandono, è un dovere per la Regione. Ipotizziamo che la struttura possa diventare un centro culturale e sociale e di aggregazione”.




La commistione, quella tra pubblico e privato, ha rappresentato sempre uno scoglio insuperabile e ha portato a diverse controversie. Nel 2005, ad esempio, vennero stanziati a favore degli oltre 30 proprietari, 500 mila euro per la messa in sicurezza del bene previa presentazione presso gli uffici preposti di un progetto. Quel progetto non fu mai presentato, così il finanziamento dapprima fu dimezzato e poi scomparve. Qualcuno allora disse che la proprietà non volle prendere quel finanziamento per non riconoscere l’interesse pubblico dell’ex fabbrica di mattoni. Per espropriare la Fornace Penna, la Regione si basa su una perizia commissionata dal Comune di Scicli ed eseguita dal responsabile dell’ufficio espropriazioni e patrimonio Pietro Assenza che ha stimato il valore del bene in poco meno di 535 mila euro (per l’esattezza 534.700,00 Euro). Questa stima deve essere adesso sottoposta a perizia di congruità da parte del Dipartimento regionale tecnico. Tanti, tra quelli che da sempre si sono impegnati per la Fornace, vedono adesso il bicchiere mezzo pieno, ma non abbassano la guardia perché, comunque, l’iter dell’esproprio non sarà certo breve e, sicuramente, non sarà immune da ostacoli di ogni sorta. Il primo è legato alla possibilità che i proprietari possano fare ricorso o per l’incongruità della perizia o per eventuali vizi, come accaduto d’altronde in passato.

Di Maria: si sta già pensando a dove prendere i soldi per la messa in sicurezza?

“La delibera del Presidente Musumeci – afferma Salvo Di Maria, portavoce di 12 associazioni che da decenni lottano per la salvaguardia dell’ex fabbrica di mattoni- è un passo molto importante, ma non bisogna abbassare la guardia perché in passato abbiamo vissuto momenti in cui l’iter per l’acquisizione sembrava cosa fatta, ma per un motivo o per un altro poi tutto è saltato. Per tale motivo sarebbe auspicabile che, per evitare vizi che possano aprire la strada a contenziosi, l’iter sia seguito dai tecnici del Comune, che bene conoscono la storia e le dinamiche legate anche ai proprietari, sempre sotto la supervisione della Regione”. Poi Di Maria avanza un altro suggerimento: “si sono trovati i 535 mila euro per l’esproprio-dice- ma si sta già pensando a come mettere in sicurezza la struttura? Si è parlato di un costo di svariati milioni di euro (per la messa in sicurezza e per la rifunzionalizzazione della Fornace) ma sarebbe auspicabile che già, attraverso dei provvedimenti formali, si mettesse nero su bianco un crono-programma da seguire”. La preoccupazione, cioè, è che una volta espropriata la Fornace Penna, poi vi possano essere delle difficoltà a reperire le somme per la messa in sicurezza della stessa. Un altro quesito è poi legato alla tempistica della messa in sicurezza: nel caso in cui vi siano dei contenziosi, si procederà lo stesso ai lavori per salvare la basilica laica sul mare? Quali i tempi previsti, considerato che già da anni si parla di corsa contro il tempo per evitare ulteriori crolli? Sull’argomento è intervenuta anche la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Stefania Campo secondo cui per la messa in sicurezza servirà un investimento di 350 mila euro. Dopo tante e costanti sollecitazioni- afferma la Campo- possiamo ritenerci soddisfatti della decisione assunta di procedere sulla strada dell’esproprio della Fornace. Si tratta di un passo in avanti, decisivo per iniziare a parlare di prospettiva, di reale valorizzazione e di utilizzo per finalità pubbliche e, magari, di attrazione e fruizione turistica”. La deputata pentastellata ha ricordato l’impegno del Movimento per il raggiungimento dell’obiettivo rammentando anche il lavoro della Consigliera Concetta Morana che recentemente ha portato in Consiglio una mozione per impegnare il Comune all’acquisto del bene.