“Non si può morire di crisi: un giovane che si toglie la vita è sconfitta morale per tutta la comunità”, questa la dichiarazione del presidente di Confagricoltura, Antonino Pirrè, nel giorno del lutto cittadino a Vittoria e dell’ultimo saluto a Giovanni Viola, giovane imprenditore agricolo, morto suicida, che lascia moglie e un figlio di due anni.

“Porgo le mie sentite condoglianze – aggiunge Pirrè – e manifesto vicinanza alla famiglia di Giovanni Viola, a nome di tutta la nostra organizzazione ad ogni livello e degli iscritti. Un giovane padre di famiglia che decide di gettare la spugna, vessato dalla crisi, è un fatto grave che non può essere sottovalutato”.

“Adesso è il momento del dolore – conclude il presidente di Confagricoltura Ragusa – e non delle polemiche. Ma può essere anche l’occasione per fare un po’ di autocritica, da parte di chi ha responsabilità importanti, sulle modalità con cui si sta affrontando la crisi che sta stravolgendo la nostra economia”.




Anche la CNA comunale di Vittoria ha diffuso una riflessione sul grave fatto, firmata dal presidente Rocco Candiano e dal responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio.

“Vittoria sembra come intontita. La notizia della tragica fine del giovane produttore, Giovanni Viola, ha stordito la città. Da anni i sintomi di questo dolore hanno covato sotto la pelle di produttori agricoli, artigiani e commercianti. Nel silenzio più totale le crisi hanno cannibalizzato le molte microimprese di questa terra e con le ossa si sono pulite i denti. La morte di Giovanni Viola, nella sua immensa tragicità, ci svela definitivamente come il corpo dell’economia reale, quella delle piccole imprese, sia pieno di metastasi. Di contro c’è un capitalismo di rendita che in tutto questo tempo si è arricchito e non ha investito nulla. Un capitalismo di rapina che ha depredato senza pagare dazio. Tutto questo è stato permesso. Qui non sta solo fallendo un modello economico, qui siamo davanti alla bancarotta etica e politica di un intero territorio. Servono misure urgenti. Se è vero che la Regione Siciliana detiene il 99,885% delle azioni di Riscossione Sicilia Spa (il restante pacchetto azionario, pari allo 0,115%, è detenuto da Equitalia Spa che è in liquidazione) bisogna intanto bloccare tutte le procedure e poi annullare gli aggi e rivedere la normativa sanzionatoria. Per una volta si utilizzi l’autonomia per tutelare l’economia siciliana.

Anche il Comune faccia la sua parte. Blocchi la campagna di riscossione coattiva dei tributi locali e preveda una rateizzazione che venga incontro alle esigenze delle imprese e dei cittadini. E’ il tempo delle scelte forti e coraggiose per evitare che questo gesto sia emulato. Come recita un vecchio detto siciliano: il lutto dura tre giorni, i problemi chi ce li ha se li tiene”.