processoSono tornati in libertà i fratelli Antonio, Alessandro e Marco Pepi imputati per l’omicidio dell’agricoltore vittoriese, Giuseppe Dezio il 2 febbraio 2016. Il tribunale della Libertà di Catania ha depositato oggi il provvedimento di rimessione in libertà, accogliendo così le istanze del penalista catanese, Giuseppe Lipera. I tre fratelli erano agli arresti domiciliari. Rimane sottoposto alla misura cautelare l’anziano Gaetano Pepi che  del delitto si è sempre dichiarato unico responsabile.

Il collegio ha ritenuto che l’appello sia fondato e vada accolto, sostenendo che sono venute meno le esigenze cautelari e che non sussiste nemmeno  il rischio della reiterazione della condotta criminosa. La presidente del collegio Maria Grazia Vagliasindi, insieme con il Giudice Antonio Caruso, e  a latere Claudia Rossella Ferlito, ha accolto le istanze del legale della difesa, Giuseppe Lipera e ha disposto la rimessione in libertà per i fratelli Antonio, Alessandro e Marco Pepi accusati dell’omicidio, insieme con il padre Gaetano, dell’agricoltore vittoriese Giuseppe Dezio. Il delitto è avvenuto il 2 febbraio dello scorso anno e si è sempre dichiarato unico responsabile Gaetano Pepi, l’unico che è rimasto agli arresti domiciliari. Il provvedimento è stato firmato il 3 maggio ma è stato depositato solo oggi. I fratelli Pepi avevano beneficiato degli arresti domiciliari con l’autorizzazione a recarsi solo nel posto di lavoro e hanno sempre ottemperato agli obblighi previsti dalla misura cautelare, facendo emergere la loro buona condotta. L’Avv. Giuseppe Lipera, difensore della famiglia PEPI, ha esternato tutta la sua soddisfazione: “Questo provvedimento rende finalmente Giustizia ad una famiglia assolutamente perbene; non vi sono mai stati validi motivi che giustificassero la restrizione della loro libertà. Siamo fiduciosi che il nascituro processo faccia emergere la loro assoluta innocenza”.

Lo scorso 21 aprile i Pepi si sono presentati davanti alla corte d’Assise di Siracusa per la prima udienza e la prossima è stata rinviata al 6 ottobre.  Le mogli dei Pepi hanno affrontato una vera e propria battaglia sia legale che sociale coinvolgendo tutta la comunità vittoriese che ha sostenuto l’innocenza della famiglia Pepi.