“Ho conosciuto Don Pino Puglisi quando io avevo 8 anni”. Inizia così il racconto di Mons. Carmelo Cuttitta, Vescovo di Ragusa, in una intervista a Tv2000, dove parla del suo stretto rapporto di amicizia con il prete ucciso dalla Mafia, a Palermo, 25 anni fa.




“Il Signore ha voluto che mi occupassi io della estumulazione di don Puglisi. E all’apertura della bara lo abbiamo trovato con lo stesso sorriso, era intatto” – ha detto il vescovo di Ragusa -. Nella bara di don Puglisi – ha rivelato mons. Cuttitta – ho messo un pezzo di me: era una regalo che mi aveva fatto negli anni in cui ero ancora un giovane. Un oggetto che poi ho ritrovato quando è stata fatta la riesumazione prima della beatificazione.

Per me padre Puglisi era un padre, un fratello, un amico fedele. Don Puglisi da quando è arrivato a Brancaccio ha cominciato a cambiare lo stile della pastorale e dell’educazione dei giovani. Puglisi – racconta Cuttitta – era un uomo tutto di un pezzo, sapeva perfettamente che la famiglia Graviano controllava il territorio e che dettava legge. Puglisi una volta andò a casa dei Graviano in occasione della morte della suocera della famiglia ed è andato lui a benedire la salma perché era il parroco. E quando gli diedero dei soldi come offerta, lui le posò sul loro tavolo, salutò educatamente e andò via.

Ho vissuto per alcuni mesi a Palermo accudito dalla mamma di Don Pino Puglisi – ha raccontato mons. Cuttitta -. In quel periodo ho vissuto a casa Puglisi, trattato come un figlio.

Quando è stato ucciso io ho pianto. Noi uomini più delle donne – aggiunge il Vescovo di Ragusa – non vogliamo che ci vedano piangere ma in quel momento non riuscivo a frenarmi, ma non piangevo solo io,  piangeva anche il cardinale Pappalardo che non si dava pace e anche tutti gli altri presenti”.

Ecco qui di seguito il racconto integrale rilasciato nell’intervista video