Sulla questione dei grandi elettori che parteciperanno all’elezione del Presidente della Repubblica, abbiamo voluto aspettare a commentare la notizia, in attesa degli esiti del voto nella regione Marche, e dobbiamo prendere atto con rammarico che solo 5 donne su 58 quali rappresentanti delle Regioni vi prenderanno parte.

E’ vero che l’articolo 83 della Costituzione Italiana, prevede che all’elezione del Capo dello Stato, oltre al Parlamento in seduta comune, partecipino «tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze», ma sarebbe giunto il momento che, oltre a tale rappresentanza, venisse garantita anche quella di genere, specie all’indomani dell’elezione di un Parlamento totalmente rinnovato che oggi conta ben 290 donne su 949 componenti.

Le Istituzioni locali, ed in particolare quelle siciliane nonostante la recente approvazione della legge regionale sulla doppia preferenza di genere, in questa circostanza hanno perso un’occasione per dimostrarsi al passo con i tempi del cambiamento e per costituire un precedente virtuoso.

Le Senatrici siciliane del PD
Venerina Padua
Pamela Orrù