Andrà in onda domenica 28 gennaio su Raiuno attorno a mezzanotte il reportage “Natura nel piatto”.

E’ stato girato in larga parte in Sicilia tra le province di Siracusa e Ragusa dove attorno alla coltivazione dei grani antichi sta prendendo forma un interessante filiera agro-alimentare.




Ingegneri che decidono di dedicarsi alla coltivazione della terra: Giorgio Minardo, Ingegnere informatico che ha lasciato l’azienda che aveva fondato a Torino per aprire un pastificio a Modica. Una produzione basata su un obbiettivo, riportare al centro della nostra alimentazione grani di qualità per fronteggiare la diffusione sempre più vorticosa di forme più o meno gravi di intolleranza dovute al glutine rinforzato contenuto nei grani modificati in laboratorio. La crescente attenzione dei consumatori per un’alimentazione sana e corretta ha nel giro di pochi anni fatto esplodere la domanda, al punto che Minardo già molto impegnato con la gestione dell’azienda e con l’associazione Un Punto Macrobiotico di cui è un grande sostenitore, si è dovuto rimboccare le maniche e mettersi a fare il cercatore di grano antico.

Tra i primi ad accorgersi che la filiera dei grani antichi avrebbe potuto portare molto lontano è stato Gianni Alfano, proprietario del Molino della Contea, una “fabbrica” della farina che risale all’Ottocento la cui caratteristica principale sono i silos in pietra che fanno anche da piloni che sorreggono il fabbricato.

Queste strutture hanno il vantaggio di conservare il grano senza sbalzi di temperatura e di umidità. Soprattutto quest’ultima è una delle cause principali della formazione delle aflatossine, le cosidette muffe del grano che si formano quando è mal conservato e durante i lunghi viaggi in nave che i grani moderni fanno per arrivare in Italia da Australia, Canada e Crimea.

Non si tratta di un dettaglio di poco conto perché le aflatossine sono state inserite dallo Iarc, l’Istituto per la ricerca sul cancro derivazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nella lista delle sostanze cancerogene.

La voce gira e il grano Russello, varietà originaria della provincia di Ragusa, si moltiplica di terreno in terreno.  E dopo anni di polemiche e battaglie l’Europa si convince che anche gli agricoltori che seminano i grani antichi hanno diritto -nonostante le resistenze della lobby agro-alimentare- a percepire i sostegni comunitari. Ad alimentare il passa-parola sulla digeribilità dei grani antichi hanno contribuito soprattutto i fornai che li adoperano e che incontrando giorno per giorno i loro clienti sono riusciti a convincerli che nel cibo la qualità è importante, soprattutto per la salute. Tra questi fornai attenti alla qualità degli ingredienti ecco Enzo Fratantonio che tra Modica e Ispica, dopo aver appeso al chiodo la toga d’avvocato, ha aperto un forno e due negozi dove utilizza il grano dei suoi campi e brucia il cippato dei suoi alberi. Si può dire che se avesse un mulino tutto suo (essendo il forno all’ingresso dell’azienda) produce pane a…. centimetro zero.

I grani antichi hanno due vantaggi, entrambi legati alla loro altezza. A differenza di quelli moderni che sono stati “nanizzati” in laboratorio per non creare problemi alle macchine agricole, non hanno bisogno di diserbanti ( Glifosato in primis ) perchè superano in altezza le erbe infestanti. E producono ottima paglia da foraggio, buona per nutrire gli animali in maniera naturale e a costo zero.

Anche l’olio è parte della filiera. Rispetto alla Puglia dove l’abitudine di tenere puliti gli uliveti ha inquinato di glifosato i terreni di molte aziende convenzionali, in provincia di Ragusa il grano si coltiva dappertutto. Anche sotto gli ulivi. Lo fa  Emiliano Novello, anche lui Ingegnere, che in c.da San Giacomo, tra Modica e Ragusa, ha rilanciato l’azienda del nonno producendo un olio eccezionale. Diversi ristoranti utilizzano il suo olio per condire piatti, dal sapore unico. La sua è una fattoria che ha chiuso il cerchio perchè le olive le spreme con il frantoio aziendale che sorge a poche decine di metri dagli ulivi, gli scarti della molitura finiscono nei campi come concime mentre le capre e gli altri animali mangiano la paglia del Russello. Anche Emiliano ha già iniziato a produrre pasta con il suo grano qualità russello.

In buona sostanza l’azienda dell’Ing Emiliano Novello ha bisogno solo del gasolio perchè l’energia elettrica arriva dal sole. Emiliano infatti ha costruito tutta la sua grande azienda, i diversi locali e spazi necessari per deposito e/o altro, utilizzando come copertura i pannelli fotovoltaici. Ma Emiliano (come scrivono gli autori del progetto TV di Raiuno) utilizza un’energia nascosta: l’amore per il lavoro.

Questi imprenditori ma anche altri si racconteranno domenica 28 gennaio 2018 su Raiuno attorno a mezzanotte.

Le foto si riferiscono all’attività di Emiliano Novello.

Si ringrazia per il contributo “Natura nel piatto”.